Tagged: Jean Pierre Moscardo RSS

  • Avatar di enrix

    enrix 15:45 on 2 March 2010 Permalink | Rispondi
    Tags: , , Jean Pierre Moscardo, ,   

    APPUNTI – 4 

    appunti1

    Appunti   4

    "…da moglie di Paolo Borsellino mi chiedo da tempo senza riuscire a darmi alcuna risposta: perché due giorni prima della strage di Capaci i due giornalisti francesi hanno intervistato mio marito chiedendogli di Berlusconi, Dell’Utri e Mangano? E’ stata solo una coincidenza? "

    Agnese Borsellino


     
    • anonimo 11:00 on 3 March 2010 Permalink | Rispondi

      Bhe’,se e’ per quello,vorremmo saperlo anche noi…
      Ciao grande
      Maury

    • anonimo 11:10 on 3 March 2010 Permalink | Rispondi

      Anzi,io un’idea io me la sono fatta….Eh Enrico?
      Maury

    • almostblue58 15:47 on 8 March 2010 Permalink | Rispondi

      ommadonna! a volte tacere sarebbe moooolto meglio

  • Avatar di enrix

    enrix 23:44 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi
    Tags: gianni barbacetto, Jean Pierre Moscardo, ,   

    SI ARROVENTA LA POLEMICA CON TRAVAGLIO 

     

    Purtroppo per il mio occhiuto censore, (sta parlando di me – ndr)  che ha trascorso le vacanze natalizie a strologare su inesistenti tagli all’intervista integrale a Paolo Borsellino distribuita con Il Fatto quotidiano, la sentenza di primo grado della giudice Roberta Di Gioia, quella in cui venivo condannato a 8 mesi di carcere più un paio di multe e ammende per avere nientemeno che diffamato Previti in un articolo del 2001 sull’Espresso, è stata appena devastata dalla Corte d’appello, che elimina la pena detentiva e lascia una multina di 1000 euro. Ora aspetto la motivazione e mi auguro che venga scritta da un giudice che abbia la più pallida idea di che cos’è un articolo di giornale: penso sia utile parlarne qui, visto che chi mette in dubbio la mia buona fede non ha mai fatto il giornalista in vita sua e non ha la più pallida idea di che cosa significhi fare il giornalista.
    In quell’articolo riassumevo in un paio di paginette dell’Espresso alcune centinaia di pagine di verbali. Il pezzo fu poi tagliato in redazione perché lo spazio inizialmente assegnatomi era stato ridotto. Non potendo riportare integralmente il verbale del colonnello Riccio sulle riunioni tenute nello studio Taormina (nel quale compariva regolarmente e inspiegabilmente Previti), dovetti necessariamente sintetizzarne il contenuto. La sintesi non è piaciuta a Previti, che s’è ritenuto diffamato. Tesi soggettiva, ma legittima quanto la mia, che ritengo di non aver diffamato nessuno riportando un fatto vero, e cioè che Previti era presente due volte nello studio Taormina quando vi si tenevano certe riunioni. La giudice Di Gioia ha dato ragione a Previti, tesi anche la sua soggettiva ma legittima, ritenendo che quel che avevo scritto fosse talmente grave da meritare una pena detentiva di 8 mesi, roba da omicidio colposo. La Corte d’appello è stata di diverso parere, tesi soggettiva ma legittima.
     
    Tutto questo per dire che il nostro mestiere è piuttosto rischioso, e fra i rischi del mestiere contempla le condanne per diffamazione, in assenza di una legge chiara che contempli la rettifica come esimente del reato di diffamazione (se Previti, anziché querelare, avesse mandato una lettera di rettifica, ovviamente l’avremmo pubblicata sull’Espresso). Tutto questo per dire che il fatto che io non abbia mai riportato, in 26 anni di carriera nei quali ho scritto circa 20 mila articoli e una trentina di libri e ho subìto oltre 200 denunce penali e civili, nessuna condanna penale definitiva per diffamazione, è non solo la prova che ho sempre cercato di verificare l’esattezza delle notizie, ma anche di una notevole fortuna: può sempre capitare che i giudici non capiscano, o capiscano male, o che interpretino soggettivamente un articolo in maniera distorta, salvi naturalmente i casi in cui il giornalista sbaglia, il che capita e di frequente. Io quando ho sbagliato l’ho sempre fatto in buona fede e, appena me ne sono accorto, ho rettificato prim’ancora che qualcuno mi chiedesse di farlo. Per questo mi incazzo, come ho fatto in questi giorni, quando qualcuno mi dà del manipolatore. Per la semplice ragione che so di non esserlo. Non ho mai replicato alle critiche, nemmeno alle più aspre e insultanti, che costellano i commenti di questo blog. Replico invece a chi mette in dubbio la mia onestà intellettuale e la mia buona fede, che sono l’unico patrimonio di cui dispongo.

    Per esempio, quando si scrive falsamente che io avrei partecipato a un “montaggio troppo frettoloso e non supervisionato” dell’intervista a Borsellino (di cui abbiamo pubblicato nella sua integralità il filmato girato a suo tempo e ora messoci a disposizione dai giornalisti francesi), avrei attribuito a Previti “un reato di subornazione pur trovandosi da un’altra parte” (Previti si trovava nello studio Taormina, come detto da Riccio e come scritto da me), avrei addirittura manipolato “i Borsellino che indicano nel riciclaggio del denaro della mafia le ragioni dei collegamenti fra Mangano e Berlusconi pur non avendolo mai detto in vita loro” (ho riportato esattamente quanto ha detto Borsellino, come risulta dal filmato e come riconosciutomi dai suoi parenti più cari), avrei detto che “Dell’Utri si fa portare droga in albergo anche se in quell’albergo non c’erano ma c’era un altro “(mai detto una simile bestialità), avrei parlato di “indagini che appaiono in corso quando invece ne è già stata richiesta l’archiviazione” (l’indagine su Dell’utri e Berlusconi per le stragi era aperta quando ne parlai da Luttazzi, visto che fu archiviata un anno dopo). 
    Le verginelle che si meravigliano perché rispondo a muso duro a simili calunnie, mentre dovrei essere educato e sereno, e che invitano addirittura chi ha acquistato il dvd di Borsellino a “farsi ridare i soldi o l’originale girato vero”, si mettano pure il cuore in pace: non esiste alcun “originale girato vero” diverso da quallo che abbiamo pubblicato.
    Quanto a me, rispondo come e quando mi pare ad accuse calunniose e vergognose, e continuerò a farlo quando e come mi pare, visto che questo è il blog di Corrias, Gomez e Travaglio. Chi non gradisce è liberissimo di farsi il proprio blog e a dettarvi le regole che preferisce. Su voglioscendere, decidiamo noi. Ps. A proposito di errori, ringrazio gli amici che mi han segnalato quello contenuto nel post dedicato a Craxi e i craxiani: ho scritto erroneamente del decimo anniversario del crollo del muro di berlino, mentre era il ventesimo. L’altro presunto errore, invece, non lo è: come ha scritto Der Spiegel, Angela Merkel ha negato il volo di Stato a Helmut Kohl, tagliandolo fuori dalle celebrazioni ufficiali del ventennale del Muro. Ed è quello che ho scritto anch’io.
    mt

    LA MIA IMMEDIATA REPLICA


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    # 38    commento di   segugio -   lasciato il 9/1/2010 alle 21:41

     

    Caro Travaglio,

    vedo che nel suo lungo commento, dedicato in gran parte a replicare al sottoscritto (ne sono onorato), Lei si è applicato fortemente nella finissima arte del parlar d’altro, oltre che prodigato, ovviamente, nel collezionare una bella pletora di inesattezze.

    La più grave di tutte, che io Le contesto fortemente, è presente nel passaggio “si scrive falsamente che io avrei partecipato a un “montaggio troppo frettoloso e non supervisionato”, e a seguire tutti gli incisi ove Lei manifesta una sua presunta chiamata in causa personale e soggettiva a tutta una serie di presunte alterazioni e manipolazioni di fatti.

    Guardi, Travaglio, io credo che sarebbe ora di smetterla con questi giochini.

    Nessuno ha mai detto che Lei avrebbe partecipato alle attività di confezionamento di quel “piccolo estratto dell’intervista che è stato montato FRETTOLOSAMENTE da qualche tecnico, senza nemmeno la loro supervisione”. (son parole Sue, della Sua prefazione, che io ho semplicemente ripreso).

    La sfido, ora che l’ha scritto, a dimostrare dove e quando Lei sarebbe stato indicato come partecipe a quell’attività. Io personalmente ho idee ed opinioni ben diverse su quelle “alterazioni” (come le ha chiamate la Corte d’Appello di Milano), o “manipolazioni” (come sono chiamate nella sentenza Dell’Utri dal Giudice estensore) , e sugli ignoti autori delle stesse, e non coinvolgono Lei, per cui non posso aver scritto ciò che non penso, così come Lei ora falsamente afferma.

    Il punto è che, deviando su questo punto la discussione, e cioè sulle sue dirette responsabilità che Lei si sarebbe visto addebitare, errando del tutto, Lei svicola dalle tre questioni centrali che io ho posto, rivolgendole altrettanti quesiti, formulati a seguito dei miei strogolamenti nelle vacanze natalizie.

    E le tre questioni sono le seguenti:

    1) Come è possibile che sul girato integrale del suo bel DVD, se è integrale, non siano presenti alcune domande poste dai francesi ed alcune risposte formulate da Borsellino, che invece sono presenti nella trascrizione dell’intervista pubblicata dall’Espresso nel 1994? (Le faccio notare che quelle domande e quelle risposte, nella trascrizione dell’espresso, sono presenti in punti dell’intervista che nel suo video originale seguirebbero ad un paio di “sfumate” da sala regia, individuate dal commentatore di questo blog Renzo C.)

    2) Come è possibile che nel filmato dell’intervista trasmesso da RAINEWS24 sia presente una domanda, formulata in prima persona da Fabrizio Calvi seduto davanti al giudice, che nel suo “girato integrale” non è invece presente?

    3) Dal momento che io ho provato, analizzando le immagini delle due versioni dell’intervista, e così come ho descritto nel primo dei miei video strogolati nelle vacanze natalizie, che nella versione trasmessa da RAI NEWS 24 la traccia audio di una domanda formulata da Fabrizio Calvi, è stata certosinamente montata su una traccia video relativa ad un momento dell’intervista successivo di 30 minuti, con una ripresa effettuata dal corridoio, montaggio che ha richiesto tempo e fatica e che produce un risultato percettivo che io nel mio video e nel mio blog ho già illustrato nel dettaglio, come ritiene che si possa conciliare questo tipo di raffinata attività di editing con la descrizione fatta da Lei di quel montaggio? (gliela rammento: “montaggio un po’ sbrigativo” fatto “a dimostrazione della GENUINITA’ dell’intervista”, “ piccola clip”, “piccolo estratto dell’intervista che è stato montato FRETTOLOSAMENTE da qualche tecnico, senza nemmeno la loro supervisione”.

     

    Sarebbe bastato rispondere a questi tre quesiti, che sono semplici e chiari, per soddisfare la mia curiosità, ma ora dopo il suo intervento, se ne è aggiunto un quarto, che è questo:

    4) Dal momento che lo scorso 22 ottobre 2008, replicando a Filippo Facci il quale sosteneva di avere annotato sul proprio casellario giudiziale, soltanto un  “modesto risarcimento” pecuniario, Lei ha scritto

     

    “Il suo casellario giudiziale non riporta “un modesto risarcimento”. Riporta una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione per il libro “Di Pietro, biografia non autorizzata” (Mondadori), a 500 mila lire di multa e 10 milioni di provvisionale, più le spese, decisa dalla Cassazione il 20 novembre 2002. Dunque il Facci che l’altro giorno mi dava del “pregiudicato” (falsamente: la mia condanna è solo in primo grado) è, lui sì, un pregiudicato.”,

     

    a questo punto, ora che la Corte d’Appello ha devastato la precedente sentenza di primo grado dove il giudice Roberta di Gioia Le comminava una pena detentiva, riducendola ad una pena pecuniaria, potremo scrivere anche noi (ove lei non ricorra in cassazione, ovviamente), come ha fatto Lei con Facci, che il suo casellario giudiziale presto riporterà una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione, a 1.000 euro di multa e 20.000 euro di provvisionale, più le spese., e che dunque anche Lei sarà un pregiudicato?

    Sarebbe un peccato se fosse così, perché quel suo casellario immacolato sino ad oggi ha fatto la sua bella figura, e ci lascerà dei rimpianti. Forse conviene ricorrere in Cassazione.

     

    Sempre buone cose.

     

    Segugio

     

    P.S.: Lei ha precisato che ”l’indagine su Dell’Utri e Berlusconi per le stragi era aperta quando ne parlai da Luttazzi, visto che fu archiviata un anno dopo” a commento di un mio passaggio. Quindi ha capito a cosa mi riferivo, bravo. Però il mio passaggio era: “indagini che appaiono in corso quando invece ne è già stata RICHIESTA l’archiviazione”. "Richiesta", non "ordinata".

    L’archiviazione è stata richiesta dalla Procura il 2 di marzo, mi risulta (mi corregga se sbaglio, sto andando a memoria), circa due settimane prima del suo Satyricon. Anch’io cerco di essere preciso nell’uso dei termini.

    D’altro canto, Lei mi è maestro, perché quella famosa sera li ha pesati benissimo, i termini. Infatti non ha detto che mentre Lei parlava innanzi alle telecamere, l’inchiesta era in corso (sarebbe stato semplice e nulla ostava, fosse stato vero), ma ha parlato di "indagine che mentre Tescaroli parlava era in corso". E Tescaroli ne ha parlato un po’ prima. Quindi lei ha detto la verità.

    Come vede, lei è preciso nel parlare, ed io son preciso nel capire.

     

    P.P.S.: Ci sarebbe il suo amico e collega Gianni Barbacetto, che nel suo libro “Dossier Dell’Utri, Kaos edizioni, 2005”, ha scritto: . “È del febbraio 1980 la famosa telefonata tra Mangano e Dell’Utri in cui i due parlano di «cavalli» da «consegnare in albergo».

    Le domando: secondo Lei qui Barbacetto, è stato ignaro recettore e vittima di quella che il tribunale di Palermo ha definito una “evidente manipolazione” di un’intervista, oppure è il diretto autore ed inventore di una “simile bestialità” (cit.)?

     
    • VittoriaFeltri 23:57 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ehi, sei un GRANDE! Ti metto tra i miei preferiti e voglio leggerti tutto! Digli alla vecchia zitella di Travaglio (da parte mia, si intende) che é soltanto un farabutto che fa soldi facendo presa sui babbei di sinistra!
      Sei un GRANDE!

    • VittoriaFeltri 00:02 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ho dimenticato di aggiungere che la vecchia zitella é soltanto un buffone tale quale a Grillo, ma forse la mia puntualizzazione é superflua.

    • anonimo 00:44 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      caro enrix,

      mi sento un po’ inadeguato a postare questo senza mostrarti il culo, ma devi scusarmi, oggi non mi sono depilato.

      Ti avevo postato questo commento al secondo video, ma vedo che quel thread e’ un po’ morto quindi lo ripropongo qui, si lega alle domande 2 e 3: riguardo alla domanda al blocco 173, l’ipotesi del montaggio/doppiaggio mi pare quella piu’ probabile, anche perche’ nella versione rn24 la domanda coincide con una ripresa da dietro, che viene riutilizzata piu’ volte. Quindi e’ il giornalista che ridoppia la domanda e taglia la risposta. In questo secondo me ne’ RN24 ne’ travaglio centrano nulla. Del resto lo stesso Travaglio dice chiaro e tondo, che Canal+ puntava a colpire berlusconi, per cui e’ comprensibile (per quanto affatto condivisibile) che cerchino di mettere lui e dell’utri nella peggiore luce possibile. Per come la vedo io Travaglio e’ stato abbastanza onesto nel precisare il particolare del “mandato” di canal+, anche se avrebbe potuto insistere di piu’ su questa cosa.

      Comunque, se e’ vero che il borsellino autentico e’ molto piu’ prudente del borsellino rimontato della versione breve, e sta sempre bene attento a non legare le sue affermazioni a nomi eccellenti, e’ altrettanto vero che non si fa scrupoli quando parla di mangano, definendolo una testa di ponte tra il mondo della mafia e quello dell’imprenditoria, con mandato di investire e riciclare. Insomma, se “unisci i puntini”, l’immagine che ne esce non e’ molto differente. Non e’ una questione di mera lana caprina, ma non e’ neppure un sovvertimento completo. Borsellino conferma il quadro presentato dai giornalisti dove puo’ farlo senza rischiare la denuncia per diffamazione, e lascia allo spettatore le conclusioni. Io le mie le ho tratte.

      satanetto

    • anonimo 13:41 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

       AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAAH

    • anonimo 14:39 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      nuova dose di figure di merda per il povero segugio…. decerebrato, strologo, trombone, sapientone… aggettivi travagliatii

    • anonimo 00:04 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      sei molto preciso e argomenti in modo esaustivo!
      hai fatto 3 semplici domande a cui non ho visto nessuna risposta, ma mi sembra palese che il filmato non è integrale. com’è possibile negarlo????
      per l’idiota che dice nuova dose di figure di merda…forse ti riferivi a travaglio, è cosi semplice vedere 2 video uno a fianco dell’altro, ma negare l’evidenza!!!!!

    • anonimo 00:31 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      PER COMMENTO 3

      Ottimo intervento, quello che ci vorrebbe sempre in un confronto educato ed onesto. Sono d’accordo in parte ma quando parla di testa di ponte tra mafia ed affari SENZA FARE RIFERIMENTI A BERLUSCONIE  DELL’UTRI nonostante gli viene chiesto espressamente NON PUOI DIRE che cmq afferma cose similari.

      Sai benissimo che questo punto è cruciale, passando per certe certe affermazioni (CHE NON ESISTONO), in quanto Borsellino mai accusa facendo nome e cognome i due, si sono scritti libri, fatti ragionementi, create correnti di pensiero, NON NASCONDIAMOCI.

      Personalmente ci dovrebbe interessare se questa intervista ci svela qualcosa di significativo riguardo il personaggio mangano ed il duo Berlusconi/Dell’Utri. Questa intervista una cosa la dimostra, Borsellino per ciò che conosce ed è certo NON SA DI LEGAMI tra gli stessie Mangano.

      Mi sembra che da questa vecchia intervista SI SIA PORTATO AVANTI IL CONCETTO CONTRARIO, ti sembra corretto?

      Gianluca

    • anonimo 14:21 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      bisogna avere sempre uno spirito critico, però accusare travaglio invece di ringraziarlo per essere uno dei pochi giornalisti non asserviti è davvero insopportabile…mi verrebbe da dire:"ma a te chi ti paga?"…e comunque, i piccoli cavilli che hai trovato, nell’articolo di travaglioe nel DVD, frutto mi sa di giorni di scervellamento allaricerca di qualcosa sono quisquiglie in comfronto alle montagne di balle e di merda fatta passare per notizia che ogni giorno ci propinano feltri, fede e co…se proprio devi prendertela con qualcuno fallo prtima con loro, con tutti i migliai di loro simili e poi, alla fine. se ti resta del tempo, prenditela anche con travaglio.

    • enrix007 16:36 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro anonimo, lo so che ti viene naturale domandarti chi mi paga, fa giustappunto parte dell’azione propedeutica (e pedagogica) al libero pensiero di alcuni straordinari giornalisti che si proclamano "non asserviti". Sono tanto convincenti da persuadere intimamente i propri fedeli che chi come loro "non è asservito" ad una certa causa, debba essere  automaticamente asservito alla stessa.
      E questa è una soltanto delle vergognose violenze psicologiche che questi guru esercitano sull’anima e sullo spirito della nazione, della loro strategia divisionista che è anche la chiave del loro successo.
      Purtroppo invece, ahimè, la realtà è sempre ben diversa. Qui non siamo al Truman Show, ma soltanto nella cruda realtà, quella di chi non prende una lira e ne ha a mala pena del suo stipendio per tirare avanti.
      Berlusconi e dell’utri, poi, non sanno neppure della mia esistenza.
      E questo per amor di precisione.

      Sempre nella stesso mondo crudamente reale, c’è poi anche questo: 1) quelli che ho trovato non son cavilli e tanto meno piccoli cavilli 2) dietro a quest’intervista tu non hai la più pallida idea di che cosa possa esserci 3) i giorni di scervellamento che ho impiegato a studiare questa intervista, sono sempre meno dei giorni di scervellamento impiegati da qualcuno per studiare, elaborare  a tavolino, e realizzare la sua micidiale manipolazione. Te lo garantisco.

    • anonimo 18:16 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      caro gianluca (commento 7)

      hai ragione quando dici che qualcuno ha usato questa intervista per attaccare berlusconi e dell’utri. E’ vero anche che il contenuto dell’intervista non coincide esattamente con le accuse mosse negli anni successivi.

      Non parlerei pero’ di concetto contrario: sarebbe tale se Borsellino avesse affermato che i due sono totalmente estranei alla vicenda.

      Inoltre non e’ affatto vero che Borsellino non sappia del legame Mangano-Dell’Utri: lui stesso conferma che c’e’ un’inchiesta in corso che riguarda i due + alberto. Semplicemente non ne conosce i dettagli.

      Diciamo piuttosto che il concetto portato avanti dai giornalisti francesi, nonche’ da travaglio etc., e’ compatibile con le affermazioni di Borsellino.

      Altra osservazione, piu’ importante:
      Non devi dimenticare il contesto dell’intervista, ovvero quell’insieme di informazioni che si possono ricavare da altre fonti.

      Negli anni 70 Berlusconi e’ un’imprenditore milanese, e assume un capomafia in villa, piu’ tardi definito da Borsellino & C. una testa di ponte tra la mafia siciliana e l’imprenditoria milanese, con mandato di investire i proventi del traffico di droga.

      A me basta questo.

      Piu’ tardi nei processi lo stesso B rifiuta di rispondere a domande su ingenti capitali da lui immessi nel mercato immobiliare a partire dagli anni 70.

      Quando berlusconi scende in campo, il suo partito prende la totalita’ dei seggi in sicilia. Non era mai successo neanche con la DC.

      Questo solo per dire tre cose che trovo eclatanti, ma piu’ passa il tempo e piu’ escono elementi nuovi (ad es i tabulati telefonici del ’92 di cui parla Genchi).

      Fatti tu “una serie di deduzioni, per il rispetto che si deve all’intelligenza”. Unisci i puntini.

      satanetto

    • anonimo 13:57 on 12 January 2010 Permalink | Rispondi

      PER UTENTE 10

      Ho letto con attenzione quanto da te scritto (scusa se mi permetto di darti del tu), il punto chiave è proprio quando tu scrivi che Borselino non dice che sono totalmente estranei alla vicenda. IN REALTA’ LO DICE.

      Non mi trovi d’accordo quando poi dici che Borsellino sa dei LEGAMI tra Dell’Utri e Mangano perchè c’è un inchiesta in corso, Borsellino sapeva benissimo e dovresti saperlo anche tu, CHE UN INCHIESTA IN CORSO NON SIGNIFICA CHE CI SONO LEGAMI, saranno i giudici a decidere e siccome Borsellino da persona inappuntabile quale era,  queste regole le conosceva bene, non si permetteva mai  di far intendere nulla di ufficiale. Saper che c’è un processo o un indagine in corso E’ COSA ASSOLUTAMENTE DIVERSA DAL SOSTENERE CHE CI SONO LEGAMI.

      Se dice di non sapere nulla e quindi non si esprime SIGNIFICA CHE PER LUI FINO A PROVA CONTRARIA SONO TOTALMENTE ESTRANEI ALLA VICENDA. Seguendo la tua interpretazione bastava che nella domanda si chiedeva di D’Alema e Prodi ed automaticamente diventavano collusi, qualsiasi nome si faceva diventava colluso e compatibile, TI SEMBRA UN BUON GIORNALISMO QUESTO?

      Non facciamo salti mortali per trovare le compatibilità, limitiamoci ai fatti. Borsellino NON VUOL FAR INTENDERE UN BEL NULLA, Borsellino dice che sui LEGAMI DEI due NON SA NULLA e che c’è un inchiesta in corso.

      Ancor più grave è l’interpretazione data sulla famosa telefonata tra mangano e gli Inzerillo che è stata trasformata in telefonata tra Mangano e Dell’Utri. A me di Berlusocni e Dell’Utri non frega nulla anzi … chi mi conosce visto che intervengo nel blog di Guzzanti giornalmente sa che non l’ho mai votato e sarei felice sparisse dalla vita politica Italiana.

      La parte  finale del tuo post è piena di fatti che NULLA HANNO A CHE FARE CON QUESTO ARGOMENTO. Cosa c’entra dirmi che era un imprenditore, che ha fatto il pieno di voti in Sicilia, che si è avvalso della facoltà di non rispondere CON IL TEMA TRATTATO? Stiamo parlando dell’intervista a Borsellino e dei suoi contenuti. Stiamo parlando di quello che l’opinione pubblica ha recepito da questa intervista e dal ruolo che ha avuto Travaglio (consapevole o inconsapevole) nell’aiutare a far passare tesi CHE NON ESISTONO.

      Mi vuoi dire che non vuoi Berlusconi? Anche io non lo voglio ed ora che facciamo? Siamo autorizzati a far passare falsità? Io credo che proprio perchè non vogliamo Berlusconi al governo NON DOBBIAMO FARE PASSARE ASSOLUTAMENTE MAI DELLE FALSITA’ SUL SUO CONTO.

      Vedi noi sono giorni che dialoghiamo su questo argomento e sia io che te abbiamo studiato, letto, sentito impressioni, cosa che la maggiornaza del PAESE NON HA FATTO. Fai conto che fra due anni esce fuori questo argomento E L’OPINIONE PUBBLICA SCAVANDO DA RAGIONE A BERLUSCONI E DELL’UTRI che felici dichiarerebbero avete visto come ci diffamano, questa è l’Italia. I Berlusocnes in Italia sarebbero sempre più convinti di stare dalla parte giusta e magari fa anche nuovi proseliti. E’ questo quello che vuoi? Io no. Ci sono tante di quelle schifezze su cui può essere attaccato Berlusconi insieme al suo governo  che sposare tesi come questa di cui stiamo dibattendo MI SEMBRA FOLLIA CHE POSSA TORNARE UTILE SOLO A LUI.  Per questo miarrabbio con Travaglio.

      IO  SONO PER LA VERITA’ senza guardare in faccia nessuno.

    • anonimo 14:01 on 12 January 2010 Permalink | Rispondi

      PER COMMENTO 8

      Ho letto che ti verrebbe da dire chi te paga, riferita ad Enrix. Cosa indelicata per chi ha a cuore la verità. Travaglio lo paghiamo noi che compriamo i suoi libri e quindi da questo lavoro trae dei guadagni, Enrix che lo fa per passione visto che nessuno gli ha ordinato di fare quel che fa, non dovrebbe essere così dileggiato.

      Invece di pensare a chi lo paga, ritengo cosa corretta approfittare degli studi di Enrix, vedere, leggere, perdere tempo, tanto tempo E POI FARSI LA PROPRIA IDEA. Fare come fai mi sembra molto superficiale.

      Gianluca

    • anonimo 17:48 on 12 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ma quando si dice che Berlusconi prende la totalità dei seggi in Sicilia, si intende dire totalità, oppure si intende dire totalità più o meno non facciamo i pignoli?
      Mi viene in mente il politologo Giovanni Sartori quando dice che "Bondi ci spieghi come ha fatto Berlusconi a prendere 61 parlamentari su 61"
      Poi vai a guardare, ed è vero che ne ha presi 41 su 41 nell’uninominale.
      Ma tenendo conto della quota proporzionale, ne ha presi 50 su 55 in totale.
      I 6 che mancano per arrivare a 61 non so dove andarli a pescare.
      E l’anno era il 2001, ma Sartori quello l’aveva azzeccato.
      Nell’anno della discesa in campo, il 1994, Berlusconi raccoglie 37 deputati su 41 nell’uninominale.
      In totale, tenendo conto della quota proporzionale 43 su 55.
      Vi risparmio il 1996 perchè è peggio del 1994.
      Non vi risparmio invece l’anno d’oro del pds, il 1992, quando stava al 10% circa era il 4° partito e prendeva più deputati (6)  rispetto al 1994 quando stava al 17% era il 2° partito e di deputati ne prendeva 4.
      Per arrivare al 2006 quando la situazione è la seguente:
      Sicilia1: centrodestra 56% centrosinistra 44% eletti 13 a 13.
      Sicilia2: centrodestra 60% centrosinistra 40% eletti 15 a 13.
      Cosa è successo? Nel 1992 non c’era la mafia, dal 94 al 2005 sì, nel 2006 di nuovo sparita?
      No, nel 92 c’era il proporzionale, nel 94 e nel 2001 un sistema prevalentemente maggioritario, nel 2006 è tornato il proporzionale.

    • anonimo 20:02 on 13 January 2010 Permalink | Rispondi

      per anonimo 13: parlamento= camera + senato. Nel 2001 il polo ha preso 41 deputati e 20 senatori con l’uninominale. Il proporzionale e’ fatto apposta per recuperare un po’ di secondi arrivati. Vero che col maggioritario e’ piu’ facile fare cappotto ma rimane comunque improbabile..

      per gianluca: diciamo che diamo interpretazioni diverse del silenzio di borsellino. Quanto ai fatti extra non sono scorrelati, servivano come esempio per sottolineare che le accuse di travaglio &c non sono basate solo sull’intervista, ma anche su altri elementi. Sono d’accordo sul pericolo del fondare accuse su elementi inesatti. Comunque e’ anche giusto e auspicabile che il giornalista si spinga piu’ in la’ del giudice nell’interpretare la realta’.

      per tutti: tutta sta bagarre deriva da un errore di fondo dei francesi, che avrebbero dovuto intervistare Guarnotta. Fortuna per noi che Guarnotta ha nel frattempo reso pubblica la sua interpretazione dei fatti.

      satanetto

    • anonimo 02:30 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      Satanetto io ritengo che il compito del giornalista sia quello di descriverci la realtà che vede e renderci partecipe dei fatti che ha modo di risxontrare. FATTI CERTI.

      Fare altro è molto pericoloso. Se io vedo un morto per terra e vicino una persona sporca di sangue ai miei lettori dovrò spiegare quel che ho visto, se contrariamente scriverò che la persona vicino da me notata e probabilmente l’assassino FAREI UN CATTIVISSIMO SERVIZIO AI MIEI LETTORI e darei un informazione condizionata da una mia impressione.

      Gianluca

    • anonimo 11:24 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      #14 satanetto
      Non avevo capito che bisognava guardare solo i seggi assegnati con l’uninominale e non quelli col proporzionale.
      Vorrei capire se possiamo confrontarli con i seggi assegnati nelle elezioni in cui il sistema è proporzionale.
      Prima del 1994 c’è il proporzionale, però non c’è Berlusconi e quindi possiamo confrontare; viene fuori che Berlusconi domina come neanche la DC riusciva a fare.
      Dal 2006 c’è Berlusconi però c’è il proporzionale, quindi non possiamo confrontare; strano perchè nel 2006 guardando i seggi c’è un sostanziale pareggio.

      Possiamo confrontare le percentuali, ma diventa lungo fare una cosa precisa perchè prima del 1994 e dal 2006 i risultati sono divisi per provincia, mentre dal 1994 al 2001 ci sono province che si sdoppiano (la provincia di Palermo viene suddivisa in 10 collegi) e io non ho voglia di mettermi a fare le somme.
      Possiamo confrontare su base regionale, però così vediamo la situazione troppo da lontano e poi ci sono partiti che appaiono, scompaiono, un anno contano le coalizioni e i partiti si raggruppano, un anno non contano e stanno divisi.
      Comunque dall’87 al 2008 a me sembra che ci sia una certa continuità (gli anni precedenti non li ho guardati) con la sinistra ampiamente sotto. Se vogliamo, l’anno anomalo è il 2006, anno migliore per la sinistra e in cui perde su base regionale 60% a 40% circa.

      bart_simpson

    • anonimo 18:52 on 15 January 2010 Permalink | Rispondi

      se puo’ interessare, i difensori di dell’utri parlano del dvd, decidono di confrontare la trascrizione dell’intervista a verbale con quella sul dvd, ed eventualmente acquisire il dvd agli atti:

      http://www.radioradicale.it/scheda/294607/processo-dellutri-appello

      h 11:40, ultimo segmento prima della pausa

    • enrix007 09:58 on 16 January 2010 Permalink | Rispondi

      @ 17

      Si, ho letto, e me l’aspettavo, perchè noi avevamo già rilevato che la gestione da parte di Guarnotta, così come emerge dalle dichiarazioni di Borsellino,  di un’indagine preliminare su dell’Utri, inficia la sua possibilità allo stesso Guarnotta di fare il giudice successivamente in un processo a carico dello stesso imputato. Con questo appiglio, Dell’Utri può chiedere l’annullamento del processo. La circostanza poi è incrudita dal fatto che nel 93 e soprattutto nel 94, anche a seguito delle voci che giravano su quest’intervista e sui suoi contenuti, la Procura di palermo ha dichiarato ufficialmente alla stampa, in risposta alle pressanti richieste, che non vi erano MAI state indagini su Dell’Utri e Berlusconi, in precedenza, al tribunale di palermo.
      Dal che consegue che o hanno detto il falso, oppure quanto meno vanno chiarite le posizioni di dell’Utri e Berlusconi in quei fascicoli giudiziari di cui parla Borsellino.

    • anonimo 02:36 on 21 January 2010 Permalink | Rispondi

       Va aggiunto che esplicitamente Borsellino segnala a Zagdoun-Calvi e Moscardo che esita nel consegnare ai due il sommario che ha stampato da computer perché lì dentro ci sono pure voci riguardanti Dell’Utri e Berlusconi. Lo dice tenendo i fogli in mano, poi li consegna ai due aggiungendo "non dite che ve li ho dati io". Borsellino, così prudente, dimentica la telecamera e dice ai due che -nero, su bianco- in quei fogli, ci sono voci riguardanti la questione Dell’Utri – Berlusconi. Non ne volle parlare durante l’intervista perché c’era un indagine in corso di Guarnotta. Borsellino si sbagliava? Mah..

      az

    • enrix007 02:44 on 21 January 2010 Permalink | Rispondi

      Bisogna vedere se il PC nell’estrapolare i nomi di comparenti in un’indagine, assegnava ai nomi anche la funzione imputata nel procedimento, oppure se stampava genericamente dei nomi.
      Se si trattava ad esempio della vicenda della bomba alla villa, e dei tentativi di estorsione di Mangano, Berlusconi poteva comparire come presunta vittima, e Dell’Utri come persona informata dei fatti. E quindi non come indagati.
      D’altro canto ci sarà pur una ragione, se Travaglio usa sempre dire dappertutto che Borsellino parla di indagini "sui rapporti fra Mangano e Berlusconi", anzichè indagini "su mangano e Berlusconi". Se non dice mai così, c’è senz’altro una ragione, essendo tipo che primo pesa molto bene le parole e secondo non perde mai l’occasione di non fare sconti a Berlusconi. E qui gli fa un piccolo sconto.

    • anonimo 15:15 on 21 January 2010 Permalink | Rispondi

      Enrix due domande:

      1- Se ritieni Travaglio giornalista attento alle parole significa che nel caso "Intervista Borsellino" e tutto quello che ne consegue c’è un evidente mala fede, giusto?

      2- Perchè secondo te gli fa un piccolo sconto, cosa non normale visto che il suo successo è costruito proprio per mancanza di sconti su B. anzi ….

      Gianluca

  • Avatar di enrix

    enrix 11:08 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi
    Tags: , Jean Pierre Moscardo, , ,   

    SCARAMUCCE CON MARCO TRAVAGLIO. 

    Zuffa sul blog di Marco Travaglio sull’intervista a Paolo Borsellino, ed il giornalista in persona esce dalla tana, insultando chi ha osato infastidirlo.

    Nei giorni scorsi sul blog di Corrias, Gomez e Travaglio "voglioscendere.it", in QUESTA discussione, è esplosa una polemica fra gli utenti sulle alterazioni dell’intervista di Paolo Borsellino, polemica suscitata dai video prodotti da questo blog "Le verità sull’intervista a Paolo Borsellino".
    Marco Travaglio è stato chiamato più volte in causa, tanto che il giornalista torinese, fatto atipico per questo personaggio ieratico e guruforme, è dovuto intervenire per ben tre volte in prima persona in replica alle pungenti sollecitazioni.
    Naturalmente lo ha fatto semplicemente negando l’evidenza e lanciando insulti da bulletto universitario, ma qualcuno ha già rilevato che si tratta comunque di un fatto eccezionale.
    E quindi, in replica agli insulti, son dovuto scendere in campo anch’io, per forza.
    Riporto quindi per una più immediata comprensione dei termini della querelle, la parte saliente  della discussione, che tra le altre cose contiene, oltre ai tre di Travaglio già citati, altrettanti miei messaggi di replica, nonchè un intervento del blogger e scrittore amico mio,  Gabriele Paradisi.

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    # 14    commento di   Versione integrale ? –   lasciato il 5/1/2010 alle 20:30

     

    Il Fatto Quotidiano dal 18 dicembre scorso distribuisce nelle edicole un DVD dal titolo “Paolo Borsellino. L’intervista nascosta” presentandola come “versione integrale” dell’intervista rilasciata da Paolo Borsellino il 21 maggio del 1992, appena due giorni prima della strage di Capaci. Messa in questi termini l’iniziativa non è affatto banale, nel corso del tempo sono infatti circolate varie versioni di questo lungo colloquio del giudice scomparso con due giornalisti di Canal Plus. Il problema è che differivano fra loro in maniera significativa, il Fatto dichiara di pubblicare ora la versione integrale e non contraffatta del pensiero di Paolo Borsellino, un documento “eccezionale ed inedito”. Ma è davvero cosi?

    Oltre ai 45 minuti di intervista a Borsellino, altrettanto spazio viene riservato sul DVD per la corposa prefazione e postfazione di Marco Travaglio. Quest’ultimo ribadisce come non siano stati effettuati tagli al filmato originale, qualcuno si è preso però la briga di analizzare attentamente quanto proposto da il Fatto e lo ha messo a confronto con altre versioni circolate in rete. Vediamone il risultato nel video che segue, nel quale vengono poste domande precise al giornalista torinese, del tipo: caro Marco, se il DVD che avete pubblicato è veramente “integrale” come dici tu, che fine ha fatto questa parte? E via di seguito, il risultato del DVD a quanto pare più che altro è un mal rifatto.

    Caro Marco Travaglio, a te dissipare i dubbi, anche se conoscendo la tua nota allergia all’autocritica appare altamente improbabile che arriverà mai una risposta


    http://www.youtube.com/watch?v=Pa4e1QqG0lg
    http://www.youtube.com/watch?v=_XMnjVGXqR8

     

    # 33    commento di   Renzo C  lasciato il 5/1/2010 alle 23:36

     

    # 14 commento di Versione integrale ?

    Ho visto uno dei video e mi pare questione di lana caprina, come ho già scritto nel thread precedente.
    Semmai è un altro il punto per cui non può essere definita integrale, ma non lo riposto qui.

    Saluti

    A questo punto, ecco il primo intervento di Travaglio:

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     # 62    commento di   Marco Travaglio  lasciato il 6/1/2010 alle 10:48

    A proposito dei commenti che mettono in dubbio l’integralità dell’intervista a Paolo Borsellino dei due giornalisti di Canal Plus, distribuita in dvd con il Fatto Quotidiano, confermo che si tratta dell’integrale "girato" e non montato da Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo, dal momento in cui giungono dinanzi a casa Borsellino al momento in cui ne escono. Come può verificare chiunque abbia visionato il filmato. Le mascalzonate diffuse ad arte da qualche sito di noti manipolatori si commentano da sole.


    mt


    Ma la discussione prosegue, incurante di questo monito, con decine di altri messaggi di discussione, tanto che Travaglio deve di nuovo intervenire:

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    # 282    commento di   Marco Travaglio  lasciato il 7/1/2010 alle 10:16

     

    Sto seguendo, con un misto di incredulità e sconcerto, l’incredibile dibattito che si sta sviluppando sul nostro blog a proposito del dvd con l’intervista di Borsellino. Forse qualcuno dovrebbe mettere mano al dizionario della lingua italiana per informarsi del significato di "integrale". Intervista integrale non vuol dire che, quando i giornalisti accendono la telecamera, non la spengono e non la spostano più per tutte le ore dell’intervista. Vuol dire, semplicemente, che tutto quel che i due giornalisti francesi hanno girato e stava sul nastro dell’intervista a Borsellino l’hanno dato a noi, che l’abbiamo riversato sul dvd senza togliere nemmeno un nanosecondo. Che poi ci siano delle pause nella ripresa, lo capiscono anche i bambini (non si capirebbe, invece, se l’avessimo montato): per esempio, quando Borsellino chiede di staccare perchè ha una telefonata di lavoro in corso, dopodichè gli rifanno la domanda o quando finisce la cassetta e viene sostituita. Di che cosa dovrei o dovremmo scusarci? Di aver definito integrale un filmato integrale? Di averlo messo a disposizione delle migliaia di persone che non l’avevano mai visto in quella definizione e tutto di seguito? Di aver ricevuto la pubblica gratitudine della vedova di Paolo Borsellino, signora Agnese, e del fratello Salvatore? Quando leggo certi deliri mi cadono le braccia e mi vien voglia di occupare in maniera più dilettevole il mio scarso tempo libero. Poi penso ai tanti che han visto quel video e ci hanno ringraziati, anche nell’affollatissima serata di presentazione a Palermo, e allora penso che vale la pena continuare. Se poi qualche decerebrato vuole continuare a credere che io (o i colleghi francesi, 17 anni dopo) mi sono messo lì a tagliuzzare l’intervista, con la mia nota manualità di montatore cinematografico, per nascondere chissà cosa è libero di farlo. E magari anche di farsi visitare da un bravo specialista.

    mt

    A questo punto il sottoscritto, in qualità di autore dei due video che hanno suscitato il dibattito, si vede obbligato ad intervenire:

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    # 300    commento di   segugio –   lasciato il 7/1/2010 alle 11:37

     

    Sono l’autore dei video "Le verità sull’intervista a Paolo Borsellino" e rispondo al commento n°62 di Marco Travaglio e successivi.


    Caro Travaglio,

    innanzitutto "noti manipolatori" te lo tieni per te che per il trattamento furbo di un testo vanti già una condanna per diffamazione, privilegio che per il momento ancora mi manca.


    Detto questo, e letti gli interessanti commenti di Renzo e le tue repliche, ti dico che le chiacchiere stanno a zero.

    Le due "sfumate" di cui parla Renzo producono la scomparsa di parti dell’intervista che invece sulla trascrizione dell’ Espresso proseguivano ancora per un pezzo, sino a tre fantomatici puntini (e son quei puntini, che ci interessano) , con compiute domande e compiute risposte del magistrato che nel DVD del Fatto non esistono. Quindi, o se le è inventate di sana pianta l’Espresso, o il tuo "girato" non è integrale. Io credo la seconda. E siccome dopo lo sfumo c’erano delle domande (erano francesi, e facevano domande) e delle riposte che sull’espresso sono state invece trascritte, la spiegazione è una sola: qualcuno in uno studio, col culo su una sedia, si è messo lì e ha tagliato.


    Non è dato sapere, come al solito, chi l’ha fatto, e son convinto che non l’hai fatto tu.
    Ma è stato fatto. E se quacuno l’ha fatto, ha tagliato, e perchè li c’era qualcosa che andava tagliato, e non per portarsi a casa un pezzo di nastro come ricordino.

    Possiamo dichiararci pelomeno curiosi di sapere che cosa è stato tagliato senza che tu ti precipiti ad insultare con epiteti tipo"imbecille"?  Grazie ancora e sempre.

     

    Segugio.

    La controreplica di Travaglio, giunge verso sera:

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    # 388    commento di   Marco Travaglio  lasciato il 7/1/2010 alle 18:9

     

    Non so chi sia il tizio che sostiene che gli avrei dato del manipolatore. Non lo conosco nè ci ho mai avuto a che fare. I manipolatori a cui mi riferivo stanno in certi siti che manipolano da anni quello che scrivo sulle stragi e sull’eroica cattura di Riina, e ad essi mi riferivo nel mio commento precedente. Quanto a questo signore, che cita presunte mie condanne per miei presunti articoli diffamatori e manipolatori, gli rammento che il mio casellario giudiziale è immacolato e che Vittorio Sgarbi è stato appena condannato dal Tribunale civile di Torino a risarcirmi i danni per avermi dato del diffamatore ad "Annozero". Quanto al dvd di Borsellino, confermo per l’ultima volta che esso riporta il filmato integrale dell’intervista fatta dai giornalisti francesi nel 1992, che ci hanno riversato l’intera pellicola girata in quell’occasione. Chi non si rassegna e continua a sproloquiare con domandine insinuanti, scambiando normali stop di ripresa per tagli o censure, lo farà d’ora in poi in beata solitudine. ho cose più serie da fare che star dietro alle loro elucubrazioni. e torno a consigliare un bravo specialista.


    mt


    A questo, punto, l’intervento di Gabriele Paradisi, al quale risponde "Renzo C":

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    # 391    commento di   Gabriele Paradisi –   lasciato il 7/1/2010 alle 18:18

     

    @MT – #395


    Ma al di là che il dvd sia l’intervista integrale fatta da Calvi e Moscardo a Borsellino, come spiega le differenze col testo dell’Espresso e soprattutto le differenze con la "clip"?
    Ovvero perchè Calvi nella clip fa a Borsellino una domanda diversa da quella che si vede nel filmato integrale al minuto 37 e 36 secondi?


    http://www.cielilimpidi.com

     

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    # 405    commento di   Renzo C  lasciato il 7/1/2010 alle 19:24

     

    # 391 commento di Gabriele Paradisi

     
    Egregio Sig. Paradisi, ho visto il video a cui si riferisce e a mio modestissimo parere si tratta solo di un ridoppiaggio dell’ audio della domanda posta da Calvi a Borsellino.

    Perchè lo abbia fatto non è dato saperlo (forse perchè era in italiano non perfetto?) ma la sostanza della domanda è rimasta la stessa, così come, ovviamente, la risposta di Borsellino.
    Le faccio un esempio: se le chiedo


    lei si chiama Paradisi di cognome?

    oppure
    Paradisi è il suo cognome?


    Che differenza c’è? nessuna sostanzialmente, è la stessa domanda.


    E’ ciò che ha fatto Calvi, perchè non si sa ma è questione, come ho scritto, di lana caprina.


    La mancanza invece di parte del registrato nel punto che ho segnalato no, in quel punto manca qualcosa, è palese.


    Cordiali saluti

    p.s. complimenti per il suo "Periodista, di la verdad!"


    ______________________________________
    # 388 commento di Marco Travaglio

    Poichè lei è sempre così impegnato, la ringrazio per aver perso tempo prezioso per dedicarlo al suo blog e ai suoi lettori.


    >>Chi non si rassegna e continua a sproloquiare con domandine insinuanti
    ma il punto indicatole lo ha visto, sì o no?


    >>scambiando normali stop di ripresa per tagli o censure


    semmai è lei che lo scambia con un normale stop (non sa di cosa scrive, mi perdoni) e non ho MAI scritto di censure, di mancanza sì.


    >>ho cose più serie da fare che star dietro alle loro elucubrazioni


    non si direbbe, è il suo terzo post, è un record!


    >>e torno a consigliare un bravo specialista


    grazieee :)


    Saluti dal suo personale "imbecille decerebrato"

    E per concludere, le mie due ultime repliche: quella a Renzo C, e, naturalmente, quella a Marco Travaglio:


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    # 449    commento di   segugio –   lasciato il 8/1/2010 alle 2:2

     

    @ RENZO C

    Caro Renzo C., mi scuso per il ritardo con cui replico, ma sono molto impegnato.

    Vediamo dunque di scendere un po’ nel dettaglio.

    Se si esamina il sinottico dell’intervista che io ho messo online sul mio blog da più di un anno, ed il suo completamento che ho realizzato quando è uscito il DVD,:

    http://static.zooomr.com/images/8762137_1cfcfdc36e_o.png

    si vede, leggendo la trascrizione dell’espresso, che nei punti dove lei ha visto la sfumata, la macchina non si fermava per niente, perché l’intervista continuava.

    Con questi passaggi:

    “MANGANO CONOSCEVA BONTADE?

    “Questo ritengo che risulti anche nella dichiarazione di Antonino Calderone [Borsellino poi indica un altro pentito ora morto, Stefano Calzetta, che avrebbe parlato a lungo dei rapporti tra Mangano e una delle famiglie di corso dei Mille, gli Zanca, NDR]…


    E soprattutto, nel contesto del secondo taglio:

    E QUESTA INCHIESTA QUANDO FINIRÀ?

    Entro ottobre di quest’anno …

    QUANDO È CHIUSA, QUESTI ATTI DIVENTANO PUBBLICI?

    Certamente…
    "PERCHÉ CI SERVONO PER UN’INCHIESTA CHE STIAMO COMINCIANDO SUI RAPPORTI TRA LA GROSSA INDUSTRIA"

    “Passerà del tempo prima che …”

     

    Quindi, il DVD non è integrale. Ci sono dei tagli. E li vede quei puntini? Ecco, io credo che sarebbe interessantissimo sapere cosa c’era lì, al posto di quei puntini.

    Lana caprina? Mah. Lei dice dunque che vedere differenze nel punto dove ho segnalato quell’alterazione (perché ovviamente si tratta di una modifica postuma; quando ipotizzo che si possa pensare ad una domanda posta veramente al giudice, e poi tagliata, faccio dell’ironia, ma l’ironìa è per pochi) è questione di lana caprina. Poi fa l’esempio col cognome di Paradisi.

    Guardi, caro Renzo, qui noi abbiamo due Paolo Borsellino.

    Il primo è un Paolo Borsellino che ad una domanda piuttosto ampia sui rapporti  fra Cosa Nostra e industria, (gli era stato chiesto di esprimere un giudizio sulla fusione tra cosa nostra ed industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconì o Dell’Utri) risponde che, A PRESCINDERE DAI NOMI SPECIFICI DI BERLUSCONI E DELL’UTRI (perché su quei nomi egli precisa di NON POSSEDERE ELEMENTI tali da poter esprimere opinioni), la mafia iniziò a cercare sbocchi in quella direzione, cioè quella dell’industria e del commercio lecito, per reinvestire il denaro illecito o paralecito, DALL’INIZIO DEGLI ANNI 70 IN POI.

    L’altro è un Paolo Borsellino che, quando gli viene chiesto di dare una spiegazione all’anomalia (“non trova strano?”) dei “collegamenti fra Mangano e Berlusconi”, risponde che la mafia ALL’INIZIO DEGLI ANNI 70 (“in poi” viene magistralmente fatto sparire nel “montaggio frettoloso” della versione trasmessa in RAI. Se n’era accorto?) stava cercando sbocchi per investire i suoi soldi. In pratica il secondo paolo Borsellino, è un Borsellino che implicitamente ma neanche troppo implicitamente (grazie ai tagli della pellicola ed alla domanda postuma) motiva le frequentazioni fra Mangano e Dell’Utri con i trasferimenti di denaro della mafia avvenuti all’inizio degli anni 70.

    Il primo è il Borsellino originale, naturalmente.

    Il secondo, quello della versione dove il francese si prende la briga di piantarsi davanti ad un microfono, registrare una domanda a giudice ormai sepolto e sostituirla a bella posta alla domanda originale, è quello di RaiNews24, quello della “Demo” di 10 minuti confezionata a titolo esemplificativo e riassuntivo, quello del “montaggio un po’ sbrigativo” fatto “a dimostrazione della GENUINITA’ dell’intervista”, di quella “ piccola clip”, quel “piccolo estratto dell’intervista che è stato montato FRETTOLOSAMENTE da qualche tecnico, senza nemmeno la loro supervisione”.

    Ora, le sembra che le differenze fra i due Borsellini siano differenze di lana caprina? Ma si, mi dirà lei.

    In fondo che differenza passa tra un Borsellino che accusa implicitamente Berlusconi del reato di riciclaggio ed uno che non lo fa per niente? Proprio nessuna, no?

    Se il Borsellino vero fosse il secondo, non ci sarebbe per niente da stupirsi se la Corte giudicante del Borsellino-bis avesse voluto richiamare quest’intervista fra i moventi “coadiuvanti” della strage.
    E guarda un po’, la Corte l’ha proprio fatto, come giustamente ci ha ricordato Travaglio nella prefazione.
    Peccato però che il Borsellino vero era il primo.

    A Marco Travaglio, che brandisce querele, rispondo domani.

    http://segugio.splinder.com/


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    # 480    commento di   segugio –   lasciato il 9/1/2010 alle 2:24

     

    Egr. Dott. Travaglio,

    Le do del “Lei” perché col suo messaggio 388 la cosa è diventata un po’ più formale.

    In questa discussione due persone, con il messaggio n° 14 e n°33 hanno manifestato alcune perplessità suscitate dal DVD dell’intervista a Paolo Borsellino, e si sono richiamate per il caso, il primo indicandone anche i link, a due video  di mia creazione ed inseriti nel mio sito, indicato in calce, nonché su youtube, sul mio canale personale.

    Nella sua personale replica n° 62, Lei ha additato queste come “mascalzonate diffuse ad arte da qualche sito di noti manipolatori”, le quali, sempre a suo dire,  “si commentano da sole.”.

    Le “mascalzonate” in questione consisterebbero, tra l’altro,  nella tesi che il “girato” allegato al Fatto non sia, in realtà, il girato integrale, ed effettivamente tali “mascalzonate” sarebbero state diffuse in primis dal mio sito, in particolare mediante uno dei due video citati, avente titolo “Caro Marco, facci sapere.”.

    Senza volere per ora scendere nel merito della discussione, e rimandando il piacere di dimostrarLe  che non si tratta affatto di “mascalzonate”, rimarco che Lei con riferimento al sito che tali “mascalzonate” avrebbe diffuso, il quale purtroppo è il MIO sito, lo ha definito  come un sito di “noti manipolatori”.

    Ora, non essendo il sottoscritto né noto, né manipolatore, né quindi e a maggior ragione un “noto manipolatore”, mi pare, stante il quadro, di poter accampare il diritto, come già ho fatto nel mio messaggio precedente con riguardo all’ingiuria stessa, di girare al mittente l’avvertimento consistente nell’esempio del malcapitato Sgarbi, il quale per aver parlato a vanvera a Suo danno, a seguito di causa civile da Lei promossa, è stato condannato a risarcire per l’appunto tale danno. Condanna,  peraltro, di primo livello di giudizio civile, e quindi appellabile, ritengo,  così come appellabile era la sentenza di condanna  che testè ebbi il pregio di rammentarLe, e vale a dire quella dove il giudice monocratico del Tribunale di Roma Roberta Di Gioia, in riferimento ad un suo articolo, scrisse nello specifico provvedimento: “nel caso di specie non risulta rispettato il fondamentale limite della scriminante, vale a dire la veridicità della notizia. La notizia come riportata non risponde a verità”.

    E dove poi scrisse: “e’ evidente  che l’omissione del contenuto integrale della frase di Riccio, riportata solo parzialmente nell’articolo redatto da Travaglio ne ha stravolto il significato.”

    E dove quindi scrisse: “ Travaglio ha fornito una distorta rappresentazione del fatto riferito dalla fonte le cui dichiarazioni lette integralmente modificano in maniera radicale il tenore della frase che nell’articolo è stata AGGANCIATA AD ARTE IN MANIERA PARZIALE subito dopo la descrizione del nebuloso contesto di intrecci relativi ad affari illegali, al precipuo scopo di insinuare sospetti sull’effettivo ruolo svolto da Previti”.

    E dove scrisse: “le modalità di confezionamento dell’articolo risultano peraltro singolarmente sintomatiche    della sussistenza in capo all’autore di una precisa consapevolezza dell’attitudine offensiva della condotta e  della sua concreta idoneità lesiva della reputazione di Previti

    E dove infine scrisse: “La circostanza relativa alla presenza dell’onorevole Previti in un contesto di affari illeciti e di pressioni indebite è stata inserita nel corpo dell’articolo mediante un accostamento indubbiamente insinuante con l’effetto di gettare una pesante ombra sul ruolo avuto da Previti in quella specifica situazione e con chiara allusione ad un suo coinvolgimento nella vicenda, acquisendo perciò una evidente connotazione diffamatoria

    Insomma, di quella condanna lì, stavo parlando. Condanna di primo grado, certo; pena sospesa, certamente; sotto regime di indulto, che diamine; appellata, ci mancherebbe.

    Tutte ottime cose che sospendono gli effetti della sentenza di condanna e quindi ne impediscono l’iscrizione sul casellario giudiziale, (quello da Lei esibito scintillante di pajettes), ma che non disintegrano la sostanza del giudizio stesso, la quale rimane lì dov’è, condivisibile o meno. Condivisibile o meno, beninteso, solo relativamente alla parte dell’intervento di amputazione delle dichiarazioni di Riccio da Lei effettuato, nel senso se questo sia avvenuto in effettivo stato di coscienza, come dice il giudice, o di incoscienza. In questo secondo caso Lei avrebbe dipinto INVOLONTARIAMENTE un quadro dove Cesare Previti risulterebbe presente, e quindi coinvolto, in un contesto in cui si perpetrava un grave reato di subornazione. Perché sul fatto che nel Suo articolo il Previti in quel contesto ci risultasse, non ci piove, e non basteranno certo i sei occhi da Lei invocati, né eventuali dodici o sessantaquattro successivi, per affermare che è vero il contrario. No, la mission è dimostrare ai sei occhi che vedon meglio di due, che lei non l’ha fatto apposta. O forse anche solo di dimostrare come non provabile che Lei l’abbia fatto apposta, anziché per non aver fatto più attenzione.  Le auguro di cuore di riuscirci.

    Detto questo, mi ritiro da questo suo giardinetto dei bambini fortunati, quelli  cioè cui viene magicamente concessa dalla dea bendata la possibilità di dare libero sfogo al proprio sdegno, di cementare le proprie convinzioni politiche, grazie ora ad un soggetto che muta, ora all’avverbio che scivola, ora all’oggetto che manca all’appuntamento, ora al verbo che, offeso da un raggio di sole troppo intenso, si ripara dietro all’ombrellone non senza aver trovato però prontamente un valido sostituto, anche se, ahimè, di  significato non proprio identico, e magari supportato da un ficcante aggettivo in cerca di impiego.

    E così, vuoi per un caso, vuoi per un accidente, vuoi per un tecnico di montaggio  troppo frettoloso e non supervisionato (ed io aggiungerei: anche ben ubriaco), vuoi per ragioni di sintesi, vuoi per sfiga o per dimenticanza, ecco sorgere i nostri personaggi di cartone: i Previti ubiqui che partecipano ad un reato di subornazione pur trovandosi  da un’altra parte, i Borsellino che indicano nel riciclaggio del denaro della mafia le ragioni dei collegamenti fra Mangano e Berlusconi pur non avendolo mai detto in vita loro, i Dell’Utri che per telefono si fanno portare droga in albergo anche se in quell’albergo non c’erano ma c’era un altro, così come c’era un altro al telefono, indagini che appaiono in corso quando invece ne è già stata richiesta l’archiviazione,  ecc…ecc…

    Tutti casi fortunatissimi e fortuitissimi, intendiamoci bene, di cui non ha colpa nessuno.

    Lungi da me quindi voler turbare i sogni dei bambini  e spezzare l’incanto del magico mondo di Gianni Rodari e delle sue paroline indisciplinate.

    Soltanto insisto nel rammentarLe la domanda che Le ho posto nel mio video, e che rimane senza risposta: come mai nella “demo” di 10 min montata frettolosamente da un tecnico senza supervisione e poi trasmessa da RAINEWS24, c’è Fabrizio Calvi che formula a Paolo Borsellino una domanda che nel video “integrale dallinizioallafine” allegato al Fatto, non compare?

    Se Lei, Travaglio, non sa rispondermi, potrebbe sempre aiutarmi a girare la domanda a Calvi, il quale forse non supervisionava i montaggi perché era già troppo impegnato ad implementarne i contenuti in sala di registrazione.

    Buone cose.

    enrico tagliaferro (enrix).

    P.S.: Lo specialista può essere utile anche solo per sedare una crescente  predisposizione agli eccessi di iracondia ed all’ingiuria. Quando questi poi dimostrano di sconfinare spesso e volentieri nello sbrocco, direi che è molto consigliato.

     
    • anonimo 20:50 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

    • anonimo 21:47 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

      Sei riuscito a stanarlo e a metterlo all’angolo, ora vediamo se ti risponde
      o se preferisce non insistere
      Maria

    • anonimo 22:27 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

      Maria angelica vedi che Marco Travaglio ha risposto, notizia fresca, e il segugio non ci fa una bella figura

      http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/comments/2415318

    • anonimo 23:35 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

      Sisi proprio una figura pessima
      l’arrampicata sui vetri di Travaglio
      spaventerebbe chiunque eheheh

      L’arte del divagare
      ma che bell’esercizio di retorica da parte dell "opinionista satirico"…..
      solo che non basta…..

      Che Carini Sympatros e Sagra
      Travaglio non sa neanche che esistono
      ora sul blog è costretto ad intervenire
      per rispondere a Enrix
      ed eccoli per la prima volta da anni su voglio scendere
      con i loro strusciatine,spacchi e tacchi a spillo
      per farsi "belle" con lui
      che ovviamente continua ahimè a non cagarli…

      Non sono un’amore?

      Rake

    • anonimo 00:12 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      non ci sta facendo una bella figura ma secondo me la smorza qui sta storia… prevedo silenzio stampa :)

    • poliscor 02:43 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

       Eh si, bella risposta: uno sproloquio al 97% dedicato alla sua condanna ed un 3% per dire "lei non sa chi sono io, faccio come mi pare, rispondo come e quando mi pare".
      Tipico.

      P.

    • anonimo 03:55 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro il mio amico Segugio, ho postato questo commento sul sito di Travaglio e lo lascio anche a te.
      Un abbraccio
      Alessandra  Fontana

      Ahi…Ahi… Il travagliato pennivendolo si è seccato ed ha risposto con tono piccato quando il buon Segugio l’ha trovato con le mannine esili e diafane nella marmellata!

      Titolo in terza persona e poi un mare di non risposte. Peccato.
      Una "multina" della Corte d’Appello per le balle raccontate in un articolo non è sinonimo di non colpevolezza, ma non sporca la fedina penale e il pennivendolo fa il furbo… Peccato.
      L’intervista a Borsellino (pover’uomo, mi dispiace vederlo strumentalizzare dalla sinistra, lui ne soffrifebbe doppiamente) è evidentemente manipolata e il pennivendolo non risponde. Peccato.
      Ma come, Marcolino si affanna nel chiedere e pretendere risposte a domande banali sull’alcova di Berlusconi e poi non risponde ad accuse gravi di manipolazione della verità? Peccato.
      L’allusione ad uno specialista per chi lo contraddice è banale e sciatta. Peccato.
      Il tentativo di attribuire frasi non scritte agli interlocutori al fine di ribaltare la realtà per trarne vantaggio, è triste oltre che becero. Peccato.
      E poi quella chiusa prepotente e presuntuosa che ancora una volta svela perfettamente il personaggio… che pena.

      Paghi la "multina" (le faccio notare che la cifrettina equivale allo stipendio mensile di un operaietto, quindi non sia snob!) e smetta di fare il furbo, travagliato pennivendolo, maestro del copia incolla e cancella quello che non mi fa comodo.
      Non molti italiani fortunatamente la ritengono persona seria e lo dimostrano quando vanno a votare.
      A proposito, a quando la candidatura con Di Pietro?

      L’ho già detto, ma mi sento di ripeterlo, che pena.

      Alessandra

    • anonimo 04:20 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Enrix un inizio d’anno col botto. Travaglio come al solito in pubblico se la tira, in privato starà rosicando causa la figura che gli hai fatto rimediare.
      Complimenti di nuovo!

      Davide Baldoni

    • anonimo 17:37 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Complimenti Enrix, come spesso fai hai messo in evidenza contraddizioni importanti nel giornalista che viene considerato lIL PRIMO DEI POCHISSIMI VERI GIORNALISTI ITALIANI, SOPRATUTTO GIORNALISTA SENZA CONDIZIONAMENTI.

      Solo un piccolo appunto, per precisione, sulla risposta che ti ha dato Travaglio riguardo il fatto che la richiesta d’archiviazione era impossibile da conoscere visto che era di due settimane prima della messa in onda della tasmissione, e quella news NON POTEVA ESSERE UFFIICIALMENTE CONOSCIUTA DA M.T.

      Gianluca

      P.S. E’ stato molto bravo anche Gabriele che entrando nel confronto ha posto le 10 domande a Travaglio, tutte molto ben fatte ed interessanti, peccato che M.T. stia facendo la figura barbina di d’Avanzo. Speriamo ci faccia la grazia, facendo luce su molti argomenti interessantissimi.

    • enrix007 13:21 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      Gianluca, ho replicato a Travaglio sulla barzelletta del segreto istruttorio.

      Come vedi, anche in quel caso, si tratta sempre di affermazioni evidentemente poggianti sul convincimento di avere a che fare con degli sbarbatelli che come tanti suoi ammiratori bevono senza mai controllare cosa c’è nel bicchiere.

    • anonimo 20:56 on 11 January 2010 Permalink | Rispondi

      Lascio la mia opinione: non avete capito una fava.

      Renzo C

    • enrix007 10:39 on 13 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ed io ti lascio invece la mia: oltre a non aver capito tu una fava, sei anche un bell’ingenuo.

      Continui a rompere i marroni con sta storia delle sfumate che è solo un minuscolo pezzo del puzzle, e non capisci che se non la interconnetti con i documenti precedenti (soprattutto la trascrizione "Espresso") ed i dati storici, tu non vai da nessuna parte. La storia poi della "truffa" sulla vendita di una cosa passata per integrale che invece non lo sarebbe, che per te rappresenta il problema centrale e a fottersi tutto il resto, fa ridere i polli. Qui ti è stata venduta plastica e cartone  col trucco da acciaio inox, e tu ti lamenti perchè ne manca un angolino sostenendo che quello è il fatto fondamentale, poi chissenefrega se è plasticaccia da due soldi, fatto già dimostrato. Basterebbe fosse stata integrale, e poi chissenefotte se il magistrato è stato strumentalizzato da defunto, anche solo per quel che già si vede.

      Tu dici che io ho offerto a Travaglio la possibilità di ritirarsi senza rispondere, quando invece basta prendere atto di una cosa: a te Travaglio ha già risposto, a me no. Ti ha liquidato con due stronzate, e continuerebbe a farlo se solo volesse, perchè alla fine è suo buon diritto farlo, seccarti con un bel "echecazzoneso che son ti sfumi? Io non c’entro nulla. Potrebbero essere molte cose" Punto.
      Il perchè è chiaro: se lo solleciti soltanto sull’aspetto "tecnico" della presenza di una  dissolvenza, quello ti porta a vendere dove vuole, come ha effettivamente fatto.

      Ciò che mette in difficoltà Travaglio in questo momento, invece, sono le prove del lavorìo manipolatorio che c’è stato intorno a questo intervista, sono i pezzi di manipolazione incontrovertibili che io gli sto sbattendo in faccia (ai quali gli sfumi concorrono solo come indizio) e sui quali egli si guarda bene dal rispondere, perchè qualsiasi risposta lo metterebbe in merda.
      Tutte le sue risposte invece toccano solo ed esclusivamente il problema dei neri, quello che tu gli hai posto, perchè lì ha buon gioco, lì sa benissimo che tanto lì può nascondersi dietro il dito e non si arriva da nessuna parte, perchè avulso dal resto, diventa un falso problema, o comunque un problema soltanto latente.
      Sul fatto invece, incontrovertibile, che al posto di quei neri sull’Espresso compaiano delle domande e delle risposte precise, come vedi egli fa come le tre scimmiette, e si guarda bene dall’entrar nell’argomento.

      Ed è questo il problema di Travaglio di fronte al pubblico, sia dei suoi sostenitori che dei suoi detrattori, perchè lì perde la faccia.

      Sullo sfumo lui non perde la faccia, perchè in mancanza di una definizione precisa di che cosa rappresentino effettivamente quei "neri", anche se io e te o zulawski (che non è uno sbarbatello, è un regista della TV svizzera) come tecnici sappiamo bene che essi rappresentano una prova di un’intervento di "taglio" del girato, di fronte al pubblico medio, specie dei suoi ammiratori, ciò non rappresenterà mai nulla di grave, sino a che lui continuerà a sostenere apoditticamente che non rappresenta nulla di grave. Il perchè è chiaro: alla prova contraria si arriva attraverso un ragionamento tecnico e logico che chiunque può sentirsi non obbligato a fare, specie se in malafede. Invece la mancanza dal "girato" di parti pubblicate e/o trasmesse in precedenza da vari mezzi d’informazione, rappresenta un pugno negli occhi, secco ed immediato, anche per chi è armato e pronto a ribattere in malafede, e pertanto quello è il centro del problema. Tu gli stai dando una mano, a Travaglio, per sfuggire da questo fulcro.

      Io ho trovato sino ad ora il tuo contributo alla ricerca per definire la storia di quest’intervista, molto importante, e l’ho sostenuto, ma se tu al contrario nei miei confronti continui a dire minchiate  tipo quella che io avrei fornito a Travaglio la scusa per non rispondere, allora per piacere scansati ed ognuno per la sua strada.

      Buone cose anche a te.

    • anonimo 15:49 on 13 January 2010 Permalink | Rispondi

      Non so come spiegartelo, forse con un disegnino?
      Visto che sei un analizzatore acuterrimo, purtroppo affetto da logorrea, non ti sarà sfuggito che ho letto ‘cazzillo’ e altre storie, peccato che siano quasi indigeribili, anche se dettagliatissime fino allo sfinimento.

      La sostanza di ciò che ho portato è data proprio dal fatto che a domanda semplicissima e comprensibile da TUTTI, adulatori e critici, NON ci può essere altra risposta se non ‘scusate’.

      Infatti a me ha risposto con uno splendido ‘armonico magmatico’ roba da sbellicarsi dal ridere :D
      Mentre te/voi gli offrite sempre degli appigli dialettici su cui controbattere, ed infatti vi risponde a tono.

      Non ti offro ancora un altro appiglio che ci sarebbe, anche se mi è già sfuggito, perchè se non sei/siete in grado di apprezzare questa fondamentale differenza è inutile e strumentale che andiate oltre.

      La gente deve capire il messaggio, non abbioccarsi.

      Stammi bene anche tu e tenta la sintesi, Travaglio ti batte e di molto sulla chiarezza.

      Renzo C

      p.s. in quanto a rompimarroni direi che con te non c’è gara: vinci per distacco :)
      Turo tuo aveva il ciuccio e riempiva il pannolone quando lavoravo in tv io: in analogico non è cambiato praticamente un cazzo fino al digitale.

    • enrix007 22:51 on 13 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro Renzo C., sei troppo modesto:
      a giudicare da quanto hai scritto su voglioscendere su ‘sti sfumi, non mi pare proprio che vi siano speranze, nè io nè altri, di sottrarti il primato in quanto a logorrea.
      Inoltre ti voglio rammentare un piccolo particolare dell”arte del discutere: per dire una bugia, bastan due parole. La bugia è sintetica nel DNA, perchè al fine di essere difficilmente smascherata, deve essere per forza di cose omissiva e dettagliata quanto meno possibile. La demolizione della bugia, al contrario, non può esserlo, perchè deve per forza richiamarsi a tutti i dettagli di un fatto omessi dalla bugia, e possono essere molti.
      Non solo: più la bugia è diabolica ed efficace, più occorrono argomenti ampi e profondi per demolirla.
      Copia due righe da un verbale giudiziario, con tre parole in premessa, e seduta stante infili un tizio in un ufficio dove si sta subornando un teste. E non è che la ricopiatura di due righe di un verbale giudiziario! Quasi quasi non c’è nulla di male. Così sostiene Travaglio.
      Per spiegare invece che c’erano altre due righe subito dopo che il teste lo scagionavano, mutando il significato delle due precedenti, fatto che rende moralmente e legalmente inaccettabile l’eventuale iniziativa di ometterle, occorre uno spazio almeno triplo, per quanto tu sia conciso.
      Pertanto tu non puoi porre a confronto la brevità e la chiarezza di Travaglio con la mia, poichè facciamo due mestieri diversi, non so se mi spiego.

      Inoltre se tu rilevi che egli abbia risposto a tono, vuol dire che non hai una corretta percezione di quanto accade.  Se lo desideri, possiamo anche scendere nel dettaglio.

      Ma soprattutto, per quanto concerne i tagli dell’intervista, guarda che lui ha risposto solo a te, leggi bene. Ha risposto solo a te perchè tu gli hai dato un appiglio per parlar d’altro.
      A me no che non ha risposto, neppure con una sillaba.

      Perchè centro il bersaglio, senza possibilità di replica. (con me non basta uno "scusate", ehm….)

      Ciao.

    • enrix007 22:54 on 13 January 2010 Permalink | Rispondi

      P.S. : Io non ti ho detto che cosa fa Zulawski per ingaggiare una gara di esperienza fra voi due.
      Io ti ho solo detto che cosa fa Zulawski.

      Della tua prodigiosa e vetusta esperienza avevi già scritto su voglioscendere, ed io avevo letto; non ho ragione per dubitarne.

    • anonimo 00:57 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      No caro Enrix, la logorrea è solo tua: non la misuri a numero di post, ma dalla lunghezza (mi pareva ovvio)
      Anche il pistolotto sui 2 diversi mestieri (tu e Travaglio) c’azzecca poco, perchè al mio semplicissimo e breve rilievo (quindi non lungo come i tuoi) ammetti pure tu che sarebbe bastato un "scusate".
      E’ vero, peccato però che ti sfugga il seguito……. (c’è c’è, dai che ti viene in mente)
      Quindi il tuo postulato sul come smentire la bugia cade miseramente, sei d’accordo vero?

      Sul fatto poi che a te non abbia risposto… beh mettiti d’accordo con te stesso :D
      Hai riletto i tuoi articoli o devo citarteli? ;)
      Massì dai
      "Caro Travaglio,vedo che nel suo lungo commento, dedicato in gran parte a replicare al sottoscritto (ne sono onorato),"
      Dalla Settimana Enigmistica: chi l’ha scritto?

      Con Arturo ci siamo chiariti, e dalle offese siamo passati al dialogo; mi scuso con lui e con tutti, ma sai, dopo 1.100 post dove ne ho prese da tutte le parti…. beh le palle a me girano, tu sei un santo?
      Anche se Arturo scrive delle cose poi si smentisce…. tu lo capisci? io no, sarà un tipo indeciso di natura.

      Saluti

    • anonimo 01:09 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      Dimenticai di firmare, sorry, son sempre io

      Renzo C

      Saluti

    • enrix007 02:01 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      Sul fatto poi che a te non abbia risposto…

      "Caro Travaglio,vedo che nel suo lungo commento, dedicato in gran parte a replicare al sottoscritto (ne sono onorato),"
      Dalla Settimana Enigmistica: chi l’ha scritto?

      Io.

      Ed ora senti questa:

      "…Lei si è applicato fortemente nella finissima arte del parlar d’altro" (cioè del non rispondere)
      Dal "Questionario per il patentino del piccolo manipolatore travaglino": chi l’ha scritto?

    • anonimo 03:34 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      Tu!
      E allora vedi che devi metterti d’accordo con te stesso? :D

      A parte questo però, sul resto non è che mi dai delle gran risposte.
      Non che siano dovute, però… faccia Lei, al suo buon cuore :)

      Postulato?
      Possibile seguito? (non l’hai ancora trovato, sii sincero)

      Comunque l’ "armonico magmatico" è perla di rara confusione e fumo negli occhi, e quella, modestamente, è tutto per me.

      Saluti

      Renzo C

    • anonimo 01:00 on 15 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro Renzo reputo il tuo lavoro UN OTTIMO LAVORO, che calzava perfettamente con il lavoro di Enrix. Due lavori diversi, il tuo un tecnicismo che dimostrava un modo di fare di Travaglio antipatico, anche se sullo stesso,  il commento di Arturo ha un qualcosa di reale, il lavoro di Enrix di contro è una lunga analisi che metteva in evidenza ancora una volta un Travaglio  superficiale, in buonafede o cattiva fede, poco professionale, o non so che altro TUTTE COSE CHE NON POSSIAMO SOSTENERE PERCHE’ CI SFUGGE QUALCHE VERITA’.

      Quando attacchi Enrix per la sua lungaggine mi sembra un attacco gratuito, qui stiamo cercando di capire come funziona il ns paese. Stiamo cercando di capire come mai il giornalista d’inchiesta più affermato in Italia cade in errori grossolani, stiamo cercando di capire come mai certe situazioni strane si ripetono spesso con meccanismi simili.

      Cosa ci interessa la lungaggine? A volte è necessaria. Enrix, come il suo amico gabriele,  che hai detto di conoscere bene complimentandoti con lui se non mi sbaglio, per l’ottimo Periodista di La Verdad, cercano LA VERITA’, e quando trovano delle incongruenze, studiano, ricercano, analizzano.

      Non capisco realmente questa tua avversità nei confronti di Enrix e queste polemiche.

      Ciao Gianluca

    • anonimo 13:03 on 15 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro Gianluca, che il mio lavoro sia ottimo è un’ esagerazione notevole.
      Semmai di ottimo c’era che LO CAPIVANO TUTTI e al volo, è questo che sfugge a enrix il logorroico :D
      La cosa non è di poco conto, perchè erano molte le voci che chiedevano spiegazioni (mai avute).
      Sulle valide ma cervellotiche e logorroiche obiezioni di enrix scatta inesorabile l’abbiocco.

      Io non ho alcuna avversità ad enrix e riconosco che i suoi approfondimenti sono validissimi ma soporiferi.

      Avrei anche smontato il suo “postulato”, detto anche il primo postulato del segugio: “per smontare una balla bisogna scrivere un poema”.
      Avrei appena dimostrato il contrario: con 2 righe, precise che vanno al cuore della balla, ottieni un risultato migliore.
      Quale?
      Le leggono e capiscono molti di più e ti inchiodano a rispondere o “scusate” (mai letto) o un favoloso “armonico magmatico”, che, se permetti, mi appartiene e ne rido con mucho gusto :D

      Saluti

      Renzo C

      Adesso si attende l’ enrix che sostiene il suo postulato e intanto non ha ancora capito il possibile seguito nascosto (mica vero, l’ho pure scritto, ma vallo a trovare adesso) ;)

    • anonimo 15:51 on 15 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro Renzo non fare il modesto … l’ottimo lavoro l’hai fatto e spesso nei confronti dimostri di essere pragmatico, chiaro ed a conoscenza di quelo che dici, però mi ritorni sempre sulla presunta logerrea e poca chiarezza di Enrix.

      Io penso che capire qualcosa riguardo il filo sottilissimo che lega tutti gli argomenti intorno ai due giudici uccisi (papelli, conversioni di Cianciminio, processi a Mori e Canale, trasferimenti, inchieste Mafia ed applati, magistrato Stepankov o come si chiamava, processi vari tra cui spicca quello a del’utri condannato in primo grado) SIA COMPLICATISSIMO PER L’ENORME MOLE DI INFORMAZIONI E FATTI IN CAMPO, ora se chi fa l’analisi (in questo caso stiamo parlando di Enrix) non è bravo nella sintesi, come me d’altronde :-(

      parliamo di lana caprina, non credi? Potrebbe essere più sintetico ed appassionare maggiormente i lettori? POTRA’ ESSERE SICURAMENTE VERO, ma ritengo che Enrix, visto che stiamo aprlando di lui, ABBIA UN ALTRO OBIETTIVO, cercare con i mezzi in suo possesso DI FARCI COMPRENDERE LE NUMEROSE CONTRADDIZIONI CHE SMASCHERANO UNA REALTA’ CHE NON ESISTE.

      Non deve vendere, non deve fare i soldi, vuole grazie alla rete, aiutare LA VERITA’, cosa che ravvisavo anche in te grazie alla tua affermazione del girato ed alla domanda che hai fatto a Travaglio, ENTRAMBI VOLEVATE FAR TRIONFARE LA VERITA’, tutto qua.

      Tu giustamente preoccupato che la maggiorparte della gente non segue cose che fanno perdere troppo tempo (è vero ma ciò non toglie che io mi appassiono maggiormente a cose più complesse e che so mi fanno perdere più tempo, questo per farti capire che non tutti siamo uguali), posti e poni u tema DI SEMPLICE COMPRENSIONE, Enrix seguendo un filone che gli sta a cuore ha scviscerato temi un po più complessi ma entrambi …

      STATE FACENDO UN OTTIMO SERVIZIO ALLA VERITA’

      per questo vi ho accumunato e reputo un po esagerata la polemcia.

      Gianluca

      P.S. Ti conosco da poco, si vede che sei persona svelta, inteligente, chiara, hai molte qualità ma credimi quando scendi in qualche svarione tipo le prime battutine ad Arturo cadi troppo in basso. Capisco le tue ire ma mi permetto di darti il consiglio di cercare di essere ironico SENZA SCADERE.

    • anonimo 16:28 on 15 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro Gianluca, ti ringrazio ancora ma credimi è stata cosa di poco conto.
      Enrix non è poco chiaro, mai scrito, ma logorroico sì.
      Il suo postulato "per sbugiardare servono molte più parole di chi mente" è una cavolata, provasse ad essere sintetico avrebbe molti più lettori, sarei pronto a scommetterci.
      Questo non intacca in alcun modo le sue eccellenti indagini, solo che così come le espone…. l’abbiocco è in agguato :D
      Talvolta prima di leggerlo ti giuro che guardo quanto è lungo "il pezzo" poi decido.
      Con Arturo ci siamo chiariti, ed è stata colpa mia, lo ammetto senza problemi; posso avere al limite solo la scusa di una settimana  di insulti vari e improperi anche da "amici", per un totale di circa 1.100 post.
      Magari avevo le palle a elicottero? probabile :)

      Saluti

      Renzo C

    • enrix007 02:19 on 21 January 2010 Permalink | Rispondi

      UNA PRECISAZIONE: nel messaggio n°12 ho scritto che arturo zulawsky è un regista della TV svizzera. Si tratta di un errore conseguente un’informazione ricevuta non dal diretto interessato, da me equivocata.
      Arturo non fa quel mestiere, ma è comunque esperto di videoprocessi e videoapparecchiature.

  • Avatar di enrix

    enrix 09:06 on 31 December 2009 Permalink | Rispondi
    Tags: , Jean Pierre Moscardo, , , , ,   

    CARO MARCO, FACCI SAPERE 

    Le verità sull’intervista a Paolo Borsellino – 2

    "CARO MARCO, FACCI SAPERE". Ecco il secondo video che abbiamo prodotto per illustrare le manipolazioni effettuate sul girato della famosa intervista rilasciata da Paolo Borsellino a due giornalisti francesi il 21 maggio 1992. Questo secondo capitolo contiene una lettera aperta a Marco Travaglio.


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    CARO MARCO, FACCI SAPERE.

    Per il secondo capitolo sulle manipolazioni della famosa intervista al magistrato Paolo Borsellino, realizzata due mesi prima che egli fosse barbaramente assassinato insieme agli uomini della sua scorta a Palermo, in via D’Amelio, dobbiamo ancora chiamare in causa il giornalista Marco Travaglio.

    Marco Travaglio ha realizzato la prefazione e la postfazione, per una durata totale di circa tre quarti d’ora, alla versione “integrale” dell’intervista a Paolo Borsellino pubblicata su DVD ed allegata in edicola, al prezzo di 9 euro e 90 cents,  a “Il Fatto Quotidiano”, giornale che vede fra i protagonisti della sua redazione lo stesso Marco Travaglio.

    Marco, fra le altre cose, nella prefazione dice questo:

    La versione integrale di TUTTO il girato dei due giornalisti francesi a casa di Borsellino invece è quella che stiamo per vedere insieme. NON ABBIAMO TAGLIATO NULLA, nemmeno i momenti preparatori, nemmeno i momenti in cui la telecamera, PUR  ACCESA, rimane appoggiata per terra (che sbadati – ndr) e inquadra i piedi del giudice Borsellino prima dell’inizio del colloquio ufficiale”.

    Ma caro Marco, se il DVD che noi abbiamo acquistato con il Fatto Quotidiano è veramente “integrale” come dici tu, con TUTTO il girato, e non avete tagliato nulla, “nemmeno i momenti preparatori”, allora dovresti cortesemente spiegarci che fine ha fatto questa domanda:

    (Dal video “RaiNews24): F. CALVI:  Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell’Utri, siano collegati a uomini d’onore tipo Vittorio Mangano?

    Caro Marco, non è una domanda di poco conto. E’ una domanda centrale per capire il pensiero di Borsellino su questo argomento, potendo disporre della risposta del magistrato. Il problema, caro Marco, è che questa domanda è presente nel video “demo”  dell’intervista trasmesso da RAINEWS24 mentre invece sul tuo DVD “integrale e senza tagli”, non c’è. Non c’è proprio, fidati.

    Il secondo problema è che nello stesso video di RAINEWS24 a questa domanda risulta appiccicata una risposta che invece, come già è avvenuto per altre manipolazioni, nell’intervista originale Paolo Borsellino formulava a seguito di un’altra domanda, e cioè, questa risposta:

    All’inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un’impresa anch’essa, un’impresa nel senso che attraverso l’inserimento sempre più notevole, che ad un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti , Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali, una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, cercò lo sbocco perchè questi capitali in parte venivano esportati o depositati all’estero e allora così si spiega la vicinanza tra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali

    Ed ecco la domanda e la risposta nella versione originale:

    F. CALVI: “Lei in quanto uomo, non più in quanto giudice, come giudica la fusione che si opera, che abbiamo visto operarsi tra industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconì o Dell’Utri e uomini d’onore di Cosa Nostra? Cioè Cosa Nostra s’interessa all’industria, o com’è?”

    PAOLO BORSELLINO:  Beh, a prescindere da ogni riferimento personale, PERCHÉ RIPETO CON RIFERIMENTO A QUESTI NOMINATIVI CHE LEI FA, CHE LEI HA FATTO,  IO NON HO PERSONALI ELEMENTI TALI DA POTER ESPRIMERE OPINIONI, ma considerando la faccenda nel suo atteggiarsi generale: allorché l’organizzazione mafiosa, la quale sino agli anni 70, sino all’inizio degli anni Settanta aveva avuto una caratterizzazione di interessi prevalentemente agricoli o al più di sfruttamento di aree edificabili. Dall’inizio degli anni Settanta in poi, Cosa Nostra cominciò a diventare un’impresa anch’essa. Un’impresa nel senso che attraverso l’inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. Una massa enorme di capitali dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. Cercò lo sbocco perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all’estero e allora così si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali,..contestualmente cosa nostra cominciò a porsi il problema e ad effettuare degli investimenti leciti o paraleciti, come noi li chiamiamo, di capitali. Naturalmente per questa ragione, cominciò a seguire vie parallele, e talvolta tangenziali all’industria operante anche nel nord, della quale, in certo qual modo… alla quale in certo qual modo si avvicinò per potere utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali al fine di far fruttare questi capitali dei quali si era trovata in possesso.”

    Ora, caro Marco, noi vorremmo che tu, insieme a noi, ti concentrassi sul problema.

    I casi possono essere soltanto due:

    O  questa domanda, la quale è scomparsa dal tuo DVD “integrale” era stata veramente formulata al magistrato nell’intervista originale, ed in questo caso doveva avere avuto per forza dal giudice una risposta diversa da quella appiccicata nel video trasmesso dalla RAI… oppure questa domanda nell’intervista originale non è mai esistita, ma è stata inventata di sana pianta e recitata da Fabrizio Calvi davanti ad un microfono, in fase di post produzione e quindi quando il giudice era già morto, per poi essere appiccicata a delle immagini video “fuori campo” nella versione breve trasmessa dalla RAI.

    Se fosse vero il primo caso, caro Marco, ti pregheremmo cortesemente di cacciar fuori sia la domanda che la risposta originali tagliate non si sa perché dal DVD di cui ti sei preso cura, soprattutto la risposta, perché moriamo dalla voglia di sentire che cosa non avete voluto o potuto farci sentire. Grazie Marco.

    Se fosse invece vero il secondo caso, allora non soltanto saremmo davanti ad un nuovo episodio di grave manipolazione (addirittura domande registrate in studio a giudice sepolto), ma, ciò che è importante, saremmo davanti finalmente alla prima prova documentale che a tali manipolazioni furbette, rimaste sino ad oggi di autore ignoto, il francese  Fabrizio Calvi,  alias Jean-Claude Zagdoun , per mezzo della sua viva voce, avrebbe partecipato in prima persona.

    Caro Marco, facci sapere.

    Enrix
     
    • anonimo 10:58 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Dimenticavo: Paolo.

    • enrix007 12:51 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Conosco benissimo quello ed altri "neri", l’ho già trattato in un video che sto per pubblicare. tant’è vero che ne illustro l’importanza nella risposta che ho dato a Travaglio su voglioscendere (commento n°300), che anticipo qui di seguito, anche se a breve credo che ci farò un articolo:

      "Sono l’autore dei video "Le verità sull’intervista a Paolo Borsellino" e rispondo al commento n°62 di Marco Travaglio e successivi.
      Caro Travaglio,
      innanzitutto "noti manipolatori" te lo tieni per te che per il trattamento furbo di un testo vanti già una condanna per diffamazione, privilegio che per il momento ancora mi manca.
      Detto questo, e letti gli interessanti commenti di Renzo e le tue repliche, ti dico che le chiacchiere stanno a zero.
      Le due "sfumate" di cui parla Renzo producono la scomparsa di parti dell’intervista che invece sulla trascrizione dell’espresso proseguivano ancora per un pezzo, sino a tre fantomatici puntini (e son quei puntini, che ci interessano) , con compiute domande e compiute risposte del magistrato che nel DVD del Fatto non esistono. Quindi, o se le è inventate di sana pianta l’Espresso, o il tuo "girato" non è integrale. Io credo la seconda. E siccome dopo lo sfumo c’erano delle domande (erano francesi, e facevano domande) e delle riposte che sull’espresso sono state invece trascritte, la spiegazione è una sola: qualcuno in uno studio, col culo su un sedia, si è messo lì e ha tagliato.
      Non è dato sapere, come al solito, chi l’ha fatto, e son convinto che non l’hai fatto tu.
      Ma è stato fatto. E se quacuno l’ha fatto, ha tagliato, e perchè li c’era qualcosa che andava tagliato, e non per portarsi a casa un pezzo di nastro come ricordino.
      Possiamo dichiararci pelomeno curiosi di sapere che cosa è stato tagliato senza che tu ti precipiti ad insultare con epiteti tipo"imbecille"?
      Grazie ancora e sempre.
      Segugio.

    • anonimo 13:31 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Non avevo dubbi, vista la tua capacità di analisi.  Mi pareva il caso di segnalare le dolci parole – e null’altro- utilizzate da Travaglio.
      Letto il #300, aspetto l’articolo.
      Un saluto.
      Paolo

    • anonimo 15:46 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Aspetto con ansia nuove :-)
      Il film che lei cita ce l’ho ben presente, per una curiosa coincidenza, ma purtroppo non l’ho mai visto. Se mi capita lo faro’.
      Buon lavoro e congratulazioni.
      Luigi

    • anonimo 20:18 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

       # 388    commento di   Marco Travaglio  – utente certificato  lasciato il 7/1/2010 alle 18:9

      Non so chi sia il tizio che sostiene che gli avrei dato del manipolatore. Non lo conosco nè ci ho mai avuto a che fare. I manipolatori a cui mi riferivo stanno in certi siti che manipolano da anni quello che scrivo sulle stragi e sull’eroica cattura di Riina,….

      Se interessa, naturalmente.
      Buon lavoro.
      Paolo

    • anonimo 20:19 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ma Travaglio nega anche le condanne?Ti ha lasciato un altro commento, il #388 credo:


      Non so chi sia il tizio che sostiene che gli avrei dato del manipolatore. Non lo conosco nè ci ho mai avuto a che fare. I manipolatori a cui mi riferivo stanno in certi siti che manipolano da anni quello che scrivo sulle stragi e sull’eroica cattura di Riina, e ad essi mi riferivo nel mio commento precedente. Quanto a questo signore, che cita presunte mie condanne per miei presunti articoli diffamatori e manipolatori, gli rammento che il mio casellario giudiziale è immacolato e che Vittorio Sgarbi è stato appena condannato dal Tribunale civile di Torino a risarcirmi i danni per avermi dato del diffamatore ad "Annozero". Quanto al dvd di Borsellino, confermo per l’ultima volta che esso riporta il filmato integrale dell’intervista fatta dai giornalisti francesi nel 1992, che ci hanno riversato l’intera pellicola girata in quell’occasione. Chi non si rassegna e continua a sproloquiare con domandine insinuanti, scambiando normali stop di ripresa per tagli o censure, lo farà d’ora in poi in beata solitudine. ho cose più serie da fare che star dietro alle loro elucubrazioni. e torno a consigliare un bravo specialista.
      mt

       

       

       

       

       

      #388

    • anonimo 13:42 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

       sono Marco Ottanelli di http://www.democrazialegalita.it

      Seguo con vivo interesse la questione da tempo, e non posso che fare i miei complimenti a Enrico e Gabriele per il loro attento lavoro.

    • anonimo 16:43 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

      la seconda che hai detto, mi pare l’ipotesi piu’ probabile, anche perche’ nella versione rn24 la domanda coincide con una ripresa da dietro, che viene riutilizzata piu’ volte. Quindi e’ il giornalista che ridoppia la domanda e taglia la risposta. In questo secondo me ne’ RN24 ne’ travaglio centrano nulla. Del resto lo stesso Travaglio dice chiaro e tondo, che Canal+ puntava a colpire berlusconi, per cui e’ comprensibile (per quanto affatto condivisibile) che cerchino di mettere lui e dell’utri nella peggiore luce possibile.

      Per come la vedo io Travaglio e’ stato abbastanza onesto nel precisare il particolare del “mandato” di canal+, anche se avrebbe potuto insistere di piu’ su questa cosa.

      Comunque, se e’ vero che il borsellino autentico e’ molto piu’ prudente del borsellino rimontato della versione breve, e sta sempre bene attento a non legare le sue affermazioni a nomi eccellenti, e’ altrettanto vero che non si fa scrupoli quando parla di mangano, definendolo una testa di ponte tra il mondo della mafia e quello dell’imprenditoria, con mandato di investire e riciclare.

      Insomma, se “unisci i puntini”, l’immagine che ne esce non e’ molto differente. Non e’ una questione di mera lana caprina, ma non e’ neppure un sovvertimento completo. Borsellino conferma il quadro presentato dai giornalisti dove puo’ farlo senza rischiare la denuncia per diffamazione, e lascia allo spettatore le conclusioni. Io le mie le ho tratte.

      satanetto

    • anonimo 21:42 on 9 January 2010 Permalink | Rispondi

    • anonimo 19:03 on 1 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ciao Segugio,

      hai visto come Elio Veltri ha ultimamente preso le distanze da Travaglio e la precedebte propaganda che si faceva sul’lintervista? Eppure lui era co-autore di Travaglio.

      http://www.democrazialegalita.it/redazione/redazione_vere_parole_borsellino=24novembre2009.htm

      Il noto quotidiano a cui si riferiscono credo che sia "Il Fatto Quotidiano":
      http://antefatto.ilcannocchiale.it/print/2386824.html

    • anonimo 19:05 on 1 January 2010 Permalink | Rispondi

      Scusa, ho dimenticato di firmarmi

      Moritz

    • anonimo 17:56 on 4 January 2010 Permalink | Rispondi

      Bentornato Enrix
      Buon anno e i migliori auguri con tutto il cuore.
      Dal pensatore ci sono due vecchie sue conoscenze che si stanno coprendo di ridicolo. Uno addirittura sulla relatività
      Se vuole farsi due risate faccia un salto. Magari ne viene fuori un bell’alrticolo dell’imbecillario.
      Buone cose.

    • anonimo 14:57 on 5 January 2010 Permalink | Rispondi

      Il commento sopra era mio.
      Luigi

    • enrix007 22:34 on 5 January 2010 Permalink | Rispondi

      Sulla relatività?  Credo di sapere di chi si tratta.

      Mi dica, caro Luigi: lei ha per caso visto mai il film "La cena dei cretini"?
      (Le diner des cons).

    • enrix007 22:47 on 5 January 2010 Permalink | Rispondi

      Caro Moritz, fra meno di un mese su "Liberoreporter" uscirà un articolo sull’argomento, a firma Gabriele paradisi e Cielilimpidi..
      Si parlerà anche di una lettera di Veltri, al quale abbiamo scritto, e che ci ha risposto (pubblicheremo   la risposta, o comunque quasi tutta). Veltri fa anche qualche rivelazione clamorosa, sulla quale ahimè non posso anticipare nulla per riguardo nei confronti del mensile che ci ospita.

      Grazie di tutto.

    • anonimo 14:05 on 6 January 2010 Permalink | Rispondi

      Solo per informare che Travaglio è intervenuto sull’argomento, al solito non rispondendo ma utilizzando le solite 4 parole insultanti.

      Don’t give ip, Enrix. Never
      P.

    • anonimo 14:06 on 6 January 2010 Permalink | Rispondi

      Sorry, Don’t give Up

    • enrix007 10:35 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      anonimo, potresti darmi un link dell’intervento di travaglio?

    • anonimo 10:51 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      scusa, ho letto in ritardo:
      http://snipurl.com/tznap   [voglioscendere_ilcannocchiale_it]

      è il n. 62, che risponde al n.14 e ad altre sollecitazioni dei giorni precedenti.

      E’ emerso che c’è (commento 92) un velocissimo "nero" al min 2.16 in questo pezzo:
      http://www.youtube.com/watch?v=yJS0aVJHbXg   

      seguito da una pletora di commenti.

      Mi si perdoni il rirardo.

  • Avatar di enrix

    enrix 22:59 on 30 December 2009 Permalink | Rispondi
    Tags: , , Jean Pierre Moscardo, , ,   

    INTERVISTA "BORSELLINO": ECCO IL SINOTTICO. 

    Intervista “Borsellino”: ecco il sinottico.

    Indispensabile per comprendere ciò che è veramente avvenuto con le parole del magistrato.

     

    Ho reso disponibile online la tabella che mette a confronto, mediante la fedele trascrizione delle stesse, le 3 più note versioni dell’intervista rilasciata da Paolo Borsellino, il 21 maggio 1992, a due giornalisti francesi.

    La versione commercializzata dal “Fatto Quotidiano”, sotto la cura di Marco Travaglio, si trova nella colonna contrassegnata dalla scritta su fondo rosso “Originale DVD”.  Alla sua sinistra, la trascrizione apparsa su “L’Espresso” nel 1994.  Alla sua destra, la versione di montaggio trasmessa da raiNews24 nel 2000.

    Nella tabella sono anche riportati gli indicatori cronologici, espressi in “min : sec”, riferiti al flusso di immagini presenti sul DVD messo in vendita dal “Fatto”.

    Riteniamo questo un documento utile e interessante in senso lato, e non solo come base della nostra indagine su quell’intervista, indagine che continuiamo a portare avanti.

    Buona lettura.

    Enrix

     

     

     

     

     
    • anonimo 18:10 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Su voglioscendere un utente, sympatros credo, ha linkato una vecchia discussione avvenuta sul blog di Guzzanti; leggendo mi sono imbattuto in un punto in cui Guzzanti dice che l’intervista non è del 21 maggio 1992, ma è stata registrata nel 1991.
      Sto cercando conferme all’interno dell’intervista stessa.
      Borsellino dal 1987 (credo) fino a fine 1991 ha lavorato a Marsala, provincia di Trapani. A fine 1991 torna a Palermo.

      Blocco 16
      si potrebbe andarli a pescare questi documenti a Palermo
      Borsellino usa il verbo andare, strano per uno che lavora dove i documenti si trovano.
      Sempre blocco 16
      …qui è piuttosto ….movimentato. Stavo preparando un altro blitz, nel trapanese.

      Blocco 170
      Ciancimino è stato colpito da mandato di cattura nel periodo in cui io lavoravo ancora a Palermo ecc
      Sembra che Borsellino parli da persona che non lavora a Palermo
      Sempre blocco 170
      Procedimento che si è svolto a dibattimento… in epoca estremamente recente e nel corso del quale è stato condannato.
      Estremamente recente; sto cercando di capire a quando risale la condanna di Ciancimino.

      Blocco 172
      Si tratta di una sentenza di qualche mese fa

      Blocco 213
      E’ citato in questo libro di Arlacchi questo episodio. (Borsellino inizia a sfogliare le pagine di un libro di Pino Arlacchi, con tutta probabilità si tratta di "Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita di un grande pentito" – Mondadori, Milano, 1992)
      Zagdoun si sposta quasi per coprire Borsellino ma non ci riesce, la telecamera stacca dal volto di Borsellino che continua a parlare, e inquadra Moscardò che fa un gesto con la testa, sembra contrariato, la telecamera vaga per la stanza.
      Si riesce però a vedere la copertina del libro (bianca e rossa) e se la si confronta con la copertina del libro citato (marrone), direi che il libro è un altro, a meno che nel 1992 non abbiano fatto più edizioni con copertine diverse.

      http://media.mondoacolori.eu/images/libri/uominiDelDisonore1.jpg

      http://www.anobii.com/books/Gli_uomini_del_disonore/9788804353263/01bec753e6b8598f8d/

      Sto cercando immagini delle copertine dei libri precedenti di Arlacchi, ma non ne trovo.

      Territorio e Società. Calabria 1750-1950, Lerici,Roma, 1978.
      Mafia, contadini e latifondo nella Calabria tradizionale. Le strutture elementari del sottosviluppo, Il Mulino, Bologna,1980.
      La mafia imprenditrice. L’etica mafiosa e lo spirito del capitalismo. Il Mulino, 1983.
      La palude e la città. Si può sconfiggere la mafia (con Nando Dalla Chiesa). Mondadori, 1987.
      Droga e grande criminalità in Italia e nel mondo, Sciascia, Caltanissetta-Roma, 1988.
      Imprenditorialità illecita e droga. Il mercato dell’eroina a Verona (con Roger Lewis). Il Mulino, 1990.

      Ok ho trovato La palude e la città su ebay, non sembra quello.

      Ciao.
      Bart_simpson

    • anonimo 18:24 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ah, ho notato anche uno scatto delle immagini al minuto 1:25 circa.
      Ditemi voi se è normale, io non me ne intendo.
      Ho guardato anche un altro video di youtube (non ho l’originale) e lo scatto c’è anche lì.

      http://www.youtube.com/watch?v=yF5Z-eYvJBM

    • anonimo 19:27 on 10 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ok, il libro è proprio "Gli uomini del disonore" del 1992.

      http://cgi.ebay.it/PINO-ARLACCHI-MAFIA-GLI-UOMINI-DEL-DISONORE-I-ED_W0QQitemZ380194879331QQcmdZViewItemQQptZLibri?hash=item5885617763

      Riguardo alle condanne di Ciancimino, ne subì una nel luglio 1990, per abuso in atti d’ufficio.

      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/21/la-prima-condanna-del-re-degli-appalti.html

      E una seconda nel gennaio 1992, per associazione mafiosa aggravata e corruzione.

      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/01/18/ciancimino-10-anni-si.html

    • trotzkij 19:40 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      La verità su quell’intervista deve venire a galla[..] Di (…) Ho inviato l’articolo relativo a questi video alla redazione di , la quale ha deciso, come prevedevo, di non pubblicarlo. Ed è chiaro perchè: loro rispondono alla cieca massima santoriana del "". Questi video trattano [..]

    • Tufu 21:10 on 19 March 2013 Permalink | Rispondi

      We Enrix, ti ricordi di me? Stavo cercando il confronto tra le tre interviste che mi ricordavo avessi postato…lo trovo da qualche altra parte perché il link non funziona questo, avendo chiuso il sito zoomr.com

      Tufu

      • Avatar di enrix

        enrix 11:10 on 22 March 2013 Permalink | Rispondi

        Ciao Tufu, certo che mi ricordo di te. Eccoti accontentato. Se qualcosa non funzionasse, fammi sapere.

  • Avatar di enrix

    enrix 21:39 on 25 December 2009 Permalink | Rispondi
    Tags: , Jean Pierre Moscardo, , ,   

    L'INTERVISTA A PAOLO BORSELLINO. Cap. 1 

    PAOLO BORSELLINO E LA FAMOSA INTERVISTA:
    si riparte.

    Nota bene Upgrade del video postato il 27 dicembre in versione estesa: rivedetelo!

    Rieccoci. Questa volta con nuovi articoli e soprattutto molto materiale video sulla famosa intervista, che pubblicherò a partire da domani.

    Mi scuso con gli amici se insisto tanto con questo argomento, ma lo considero una chiave di volta.

    Intanto, questo primo video, è l’aperitivo.  Il bello ha da venire.

    Buone feste!

    Enrix


     
    • anonimo 16:37 on 26 December 2009 Permalink | Rispondi

      Ottima idea fare un video di questa storia.

      Ma perchè sarebbe la chiave di volta? E di cosa?

      Moritz

      ps: ci sono 2 commenti sull’imbecillario in moderazione da una decina di giorni. Perchè non togli la moderazione? così se ti dimentichi non rimangono bloccati.

    • anonimo 15:01 on 27 December 2009 Permalink | Rispondi

      Bentornato!
      Anche se con ritardo le auguro buone feste!
      Con i migliori auguri per tutto
      Luigi

    • anonimo 22:24 on 27 December 2009 Permalink | Rispondi

      Ciao Enrix, aspetto il resto.

      Auguri a te e famiglia.

      Luciano. 

    • anonimo 01:35 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Che menate…

    • enrix007 15:50 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      No, le menate sono quelle che tu dedichi al tuo volatile, quando giustappunto te lo meni nel tempo libero. Tempo libero, che immagino sia parecchio.

    • anonimo 17:26 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Comincia a muoversi qualcosa, eh Enrico?
      Ciao grande.
      Mury

    • anonimo 17:31 on 7 January 2010 Permalink | Rispondi

      Invece di Mury,sono Maury….

    • anonimo 13:59 on 24 January 2010 Permalink | Rispondi

      Ciao Enrix,
      forse ho scoperto chi fosse l’interlocutore di Mangano in quella famosa telefonata.
      Il capo della Sezione Investigativa della Squadra Mobile di Palermo nel 1980 era Guglielmo Incalza, che, nell’udienza del 24 gennaio 1995 del processo a Bruno Contrada, dichiarò:

      INCALZA – "Nel quadro delle indagini su Spatola-Inzerillo-Gambino-Di Maggio io indagai su due utenze telefoniche, una facente capo al commerciante Rosario Inzerillo, l’altra facente capo a Vittorio Mangano."

      Che sia lo stesso Inzerillo di cui parlava Borsellino? Rosario Inzerillo? Boh, che dici?

      Questo il link alla fonte:
      http://casocontrada.blogspot.com/2008/02/il-blitz-del-maggio-1980.html

      Ciao
      Moritz

       

    • anonimo 15:14 on 3 March 2011 Permalink | Rispondi

      ma francamente mi sembra un po una arrampicata sugli specchi, questo taglia, cuci…la sostanza delle cose è che già in secondo grado si è arrivata alla conclusione secondo la quale dell'utri è un filo mafioso, e che questo possa essere attribuito alla mente che ha fondato il partito dell'attuale presidente del consiglio in un Pese che ha dato i natali alla mafia è un elemento molto più grave della trasformazione di un video, che per altro non ne cambia molto il senso, che è tabù! Perche non viene proposto dalla potentissima macchina televisiva del cavaliere questo video con la relativa "rivelazione", perchè non querelare Travaglio fino a portarlo alla rovina economica, mentre dalla parte di travaglio si discute, e nella discussione è ovvio l'errore, dalla parte di chi è accusato si preferisce non dare troppo risalto alla cosa, perchè?

    • anonimo 15:28 on 3 March 2011 Permalink | Rispondi

      e poi..ne esiste un'altra intercettazione, e la forma lessicale mi lascia capire che la sostanza della telefonata era la stessa anche perchè Borsellino, pur dicendo che si era dichiarato incompetente, non ha contraddetto il senso delle domanda dell'intervistatore che chiedeva di Mangano e dell'utri in merito ai "cavalli"

  • Avatar di enrix

    enrix 02:02 on 13 November 2009 Permalink | Rispondi
    Tags: , , , Jean Pierre Moscardo, , , , , , ,   

    QUEL CALDO MESE DI LUGLIO 

    Quel caldo mese di luglio.

    FALCONE E BORSELLINO e clessidra 

    La famosa intervista, quella che Paolo Borsellino il 21 maggio ’92 rilasciò ai giornalisti francesi  Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo, è stata definita più volte “l’ultima intervista di Paolo Borsellino”. Erroneamente, perché, come è noto, successivamente a quella e poco prima di morire il magistrato rilasciò un’intervista alle TV di Mediaset.

     

    Quindi quella dei francesi è stata ridefinita come “la penultima intervista”.

     

    In realtà non è neppure così, perché Paolo Borsellino rilasciò anche un’altra intervista (quindi quella dei francesi è “la terzultima”) piuttosto interessante, al brigadiere Giuseppe D’Avanzo per le pagine di Repubblica, che la pubblicò il 27 maggio.

     

    Interessante, quell’intervista, soprattutto per un passaggio:

     

    PAOLO BORSELLINO: Per indagare sulla morte di Giovanni ho sollecitato la mia ‘ applicazione’ a Caltanissetta, ma mi hanno ricordato che in quella città non c’ è la funzione di procuratore aggiunto. In ogni caso andrò a Caltanissetta.

     

    D’AVANZO: Con quale scopo?

     

    BORSELLINO: Ci andrò come testimone. Per raccontare piccole cose che possono aiutare l’ inchiesta.

     

    D’AVANZO: A proporre un ragionamento?

     

    BORSELLINO: No. I ragionamenti non fanno parte di una testimonianza. Possono essere il retroterra di una testimonianza, possono essere materiale per un’ intervista. Al procuratore Celesti riferirò fatti, episodi e circostanze. Gli racconterò gli ultimi colloqui avuti con Giovanni.

     

     

    Che cos’avrà avuto da dire Borsellino ai magistrati nisseni? Cosa si dicevano lui e Falcone?

     

    Sempre Giuseppe D’Avanzo, su Repubblica del 23 giugno, nell’articolo “COSI’ SCRISSE FALCONE NEL DIARIO DEI MISTERI”, ci parla di un colloquio per il momento informale tenuto da Borsellino a Caltanissetta dove il magistrato avrebbe parlato ai colleghi del “diario”, i famosi appunti scritti da Falcone sul suo PC nell’ultimo periodo della sua vita.

    Poi, spiega D’Avanzo: “Celesti interrogherà presto Ayala, Borsellino e Guarnotta. Al di là dell’ interrogatorio, comunque, i "capitoli" del diario sono per gran parte noti, anche grazie alle rivelazioni di una puntuale cronaca dell’ Espresso. Sono trentanove, come trentanove furono le occasioni di conflitto e di dissidio con il procuratore capo Pietro Giammanco che mise Giovanni Falcone nella condizione di non lavorare come avrebbe potuto e saputo, che lo costrinse, di fatto, a dover abbandonare la Procura e Palermo. Si va dalla decisione di togliere al giudice assassinato la delega per le inchieste di mafia, alla comunicazione che la riunione settimanale del pool non si sarebbe più tenuta nell’ ufficio di Falcone al pianterreno del Palazzo, ma al primo piano nello studio del procuratore capo. Dalla circostanza che in qualche occasione Falcone fu costretto anche ad attendere a lungo in piedi dinanzi alla porta di Giammanco prima di essere ricevuto (circostanza pregna di significati in una città, come Palermo, attentissima ai segnali di prestigio e in un Palazzo, come quello di Giustizia, occhiutissimo nello scorgere le mosse che legittimano e quelle che delegittimano) alla controversia che Falcone ingaggiò con Giammanco dopo che il nucleo speciale dei carabinieri consegnò in Procura il rapporto sulla mafia degli appalti, un lavoro certosino durato anni che raccontava come tutti gli appalti di Palermo passano attraverso la mediazione di Angelo Siino, titolare di una concessionaria d’ auto, uomo fidato dei Corleonesi. Falcone valutò il rapporto con grande attenzione. Giammanco e i suoi sostituti più fidati con scetticismo. Anzi, con scherno. "Tanta carta per nulla, in questo rapporto non c’ è scritto niente che merita di diventare inchiesta giudiziaria", disse uno dei fedelissimi di Giammanco.”

     

    Ma a quanto mi risulta, Borsellino non fece a tempo per testimoniare a Caltanissetta, perché 25 giorni dopo, fu ucciso.

     

    Di quell’inchiesta, cd “mafia e appalti”, si erano incaricati il capitano De Donno e i suoi carabinieri del ROS. Lasciamo che, questa volta, sia Peter Gomez ad illustrarci della rilevanza di quel filone:

     

    “…È un fatto che le indagini dell’Arma facessero paura a molti. Il giovane capitano Giuseppe De Donno ci aveva lavorato per più di un anno. Così, il 16 febbraio del 1991, consegna nelle mani di Giovanni Falcone un rapporto di 900 pagine che, senza pentiti, sembra anticipare di più di un anno l’inchiesta milanese di Mani Pulite. Falcone però non lo può esaminare. Sta partendo per Roma, dove diventerà direttore degli affari penali al ministero, perché ormai a Palermo lui non può più lavorare. A metterlo in un angolo non sono stati i mafiosi. Sono stati alcuni suoi colleghi e soprattutto l’allora procuratore Pietro Giammanco.)     

     
    Il rapporto di De Donno è una bomba. Per la prima volta viene svelato il ruolo di Angelo Siino, l’uomo che per conto di Cosa Nostra curava la spartizione di lavori e mazzette. E viene anche spiegato quello del gruppo Ferruzzi di Ravenna, in affari con la mafia. Nella relazione sono citati i nomi di aziende come la Grassetto di Salvatore Ligresti, la Tordivalle di Roma (degli eredi di De Gasperi), la Rizzani De Eccher di Udine, le imprese dei cavalieri del lavoro di Catania, la SII poi rilevata dall’ex direttore generale della Edilnord di Berlusconi, Antonio D’Adamo, una serie di cooperative rosse, la Impresem del costruttore agrigentino Filippo Salamone e poi tutte le società che fanno capo a Bernardo Provenzano. Nonostante questo Mani Pulite alla siciliana non parte.
    (e perché? Come, lo vedremo fra poco – ndr) Perché la questione degli appalti e del pizzo diviso tra mafiosi e politici arrivi realmente alla ribalta bisogna attendere che a Palermo giunga il procuratore Giancarlo Caselli.

     
    Ma c’è di peggio. Il rapporto di De Donno finisce presto in mano ai mafiosi. Chi lo abbia consegnato, le indagini, tutte archiviate, non lo hanno mai stabilito.
    (ma è facile immaginarlo, se è vero, come ha detto Mori, che fu consegnato nelle mani degli avvocati difensori degli indagati in allegato agli atti pubblicati – ndr) Restano sul tavolo le accuse: quelle del Ros ai magistrati e quelle dei magistrati ai carabinieri. L’ex braccio destro di Provenzano, il capomafia oggi pentito Nino Giuffrè, è però certo che il contenuto di quel rapporto impresse un’accelerazione alla decisione, secondo lui già presa, di uccidere sia Falcone che Borsellino. In ballo c’erano infatti più di mille miliardi di lire da spartire tra mafia e politica.

     
    È indiscutibile, poi, che anche Borsellino, subito dopo la morte dell’amico, si sia messo a battere pure il fronte dei lavori pubblici. Proprio per questo ebbe allora un incontro con Antonio Di Pietro, all’epoca uomo simbolo di Mani Pulite, e, secondo Mori, il 25 giugno discusse la questione appalti anche con lui e De Donno: un’inchiesta senz’altro rallentata, se non insabbiata, nei mesi successivi.  (Ma da chi, caro dolce fresco Gomez? Lo vedremo fra poco – ndr) Un’indagine che oltretutto sarà poi falcidiata da prescrizioni e sentenze contraddittorie nei confronti di imprese e politici. Sulla morte di Borsellino, insomma, il rapporto mafia-appalti pesa. E da solo spiega molto. Ma non tutto.” (Dall’articolo:  Dietro la strage di via D’Amelio, l’ombra degli appalti. Da Il Fatto Quotidiano, 23 ottobre 2009 – Autore: Gomez, Peter

     

    Può darsi che non sia tutto, come dice Gomez, ma noi ci prendiamo la licenza di ritenere che il rapporto fra il peso della presunta conoscenza da parte di Borsellino delle presunte (e dico presunta e presunte perché che queste siano avvenute prima della sua morte ed in che modo è ancora tutto da dimostrare) “trattative” fra i carabinieri e Vito Ciancimino e l’accertata conoscenza da parte del magistrato dei contorni e dei dettagli della delicatissima inchiesta sulla mafia e sugli appalti (quanto delicata ce lo dice perisno Gomez), sia francamente risibile.

     

    E inoltre non era l’unica questione delicata di cui si stava occupando Falcone.

     

    C’erano i traffici internazionali di enormi somme di denaro, con protagonisti russi ed italiani, che stavano interessando il magistrato (e quindi anche il suo amico Borsellino perché come risulta chiaro i due si aggiornavano continuamente come se fossero una cosa sola), nei modi di cui ho scritto negli articoli dei giorni scorsi. E vale a dire l’inchiesta di Roma in mano ad Ugo Giudiceandrea e Franco Ionta, sulle cui orme anche Giovanni falcone si stava muovendo con la prenotazione di un volo per Mosca, sfumato a causa del tritolo.

     

    Ma dunque che fine hanno fatto effettivamente queste due inchieste?

     

    Per quanto concerne la vicenda dei flussi miliardari Russia-Italia e Italia-Russia, si dice che Ionta abbia depositato la richiesta di archiviazione di quell’inchiesta (forse trascurando un po’ alcuni aspetti, ma questo è già approfondimento, e ne parleremo in altra data), il 7-8 di luglio e che l’archiviazione sia stata ordinata dal Gip Siotto il 27  luglio. Nel bel mezzo delle due date c’è il 19, la triste domenica.

     

    E dico “si dice” perché nonostante  paresse un’autentica pentola in ebollizione, con decine di articoli di giornale ad essa dedicati nel mese di maggio e nel mese di giugno, ed innumerevoli annunci di sviluppi clamorosi, su quell’inchiesta dal primo di luglio calò il più totale silenzio stampa. Della richiesta di archiviazione della Procura, presentata piuttosto repentinamente, va detto, l’8 di luglio, nessuno fornì la notizia, nemmeno “L’Unità”, che invero avrebbe dovuto salutarla con un certo clamore, in quanto organo del partito direttamente interessato e colpito. Sapremo direttamente della sua archiviazione disposta dal GIP di Roma Siotto, solo una settimana dopo la morte di Borsellino, con poche e sintetiche righe sui giornali il 28 di luglio.

     

    Anche dell’inchiesta “mafia e appalti”, nello stesso periodo,  i PM chiedono l’archiviazione.

    E volete sapere? Pare che due di loro, Lo Forte e Scarpinato, l’abbiano firmata il sabato 18 luglio. Giammanco la firma invece la mattina del lunedì 20. Ha trovato tempo e coraggio nonostante il corpo del collega che a quest’inchiesta teneva tanto fosse ancora caldo. E credo che Borsellino di questa istanza di archiviazione non ne sapesse nulla, così come dell’altra. L’ordinanza di archiviazione fu firmata dal GIP il 14 di agosto (la vigilia di ferragosto, evidentemente in un tribunale completamente deserto, roba tipo "L’ultimo uomo che visse sulla terra").

     

    E a questo punto il Segugio vorrebbe fare uno dei suoi giochi preferiti. Non so se avete presente quei libri-gioco dove variando un evento della trama, ci si diverte ad esplorare i nuovi possibili percorsi narrativi.

     

    Analizziamo dunque, SENZA VOLERE ASSOLUTAMENTE INSINUARE NULLA, ma per puro passatempo, che cosa sarebbe potuto accadere con tempistiche differenti.

     

    Se le istanze di archiviazione, esperìte con una certa fretta e velocità, fossero state depositate DOPO la morte di Borsellino, qualcuno avrebbe potuto insinuare che si era approfittato della sua scomparsa per poterlo fare, e che lui non sarebbe stato d’accordo. Si sarebbero forse sollevate delle polverose e fastidiose polemiche, su quelle richieste di archiviazione disposte DOPO la scomparsa dei due magistrati che se n’erano occupati.

     

    Fortunatamente, e naturalmente per coincidenza, la richiesta di archiviazione di Roma è stata avanzata una decina di giorni PRIMA della morte di Borsellino. (l’indagine è durata pochissimo, appena qualche giorno); anche per l’altra inchiesta, l’archiviazione fu predisposta PRIMA, ma…

     

    Se la richiesta di archiviazione di "mafia e appalti" fosse stata però depositata con troppo anticipo rispetto alla data dell’omicidio, siccome si era nel tribunale di Palermo dove Borsellino lavorava, il magistrato sarebbe venuto a saperlo, e molto probabilmente sarebbe in qualche modo intervenuto.

    Se fosse peraltro stata depositata e firmata per intero solo poche ore prima dell’omicidio, qualche dietrologo avrebbe potuto sollevare  sospetti ed insinuazioni, su quella cronologia dei fatti.

     

    Fortunatamente, e naturalmente per coincidenza, la richiesta di archiviazione dell’inchiesta di Palermo è stata firmata IL GIORNO PRIMA della morte del Giudice da due PM (LO FORTE E SCARPINATO, neh, Gomez?), e firmata IL GIORNO DOPO la morte del giudice da Giammanco. (Il giorno in mezzo, quello dell’omicidio, era domenica, giorno in cui non si può firmare e depositare nulla in tribunale, però si può uccidere e si può morire).

     

    Così nessuno può fare sgradevoli insinuazioni.

     

    Se le ordinanze di archiviazione fossero state emesse PRIMA della morte di Borsellino, il magistrato l’avrebbe saputo in tempo reale (ordinanze del genere non si possono tenere segrete) e quindi  avrebbe probabilmente sollevato un bel casino, protestando ed accendendo un’aspra polemica. Se fosse quindi morto a quel punto, le polemiche da lui suscitate sull’archiviazione avrebbero potuto rappresentare un movente.

     

    Fortunatamente, e naturalmente per coincidenza, le ordinanze di archiviazione sono state emesse DOPO la morte di Borsellino.

     

    Così Borsellino non ha visto, pace all’anima sua.

     

    Se le istanze di archiviazione fossero state rese note dalla stampa, e Borsellino ne avesse letto, avrebbe forse acceso delle polemiche ed avrebbe contestato l’atto.

    Se la stampa avesse taciuto, fatto scena muta, su entrambe le istanze di archiviazione, la cosa avrebbe potuto sembrare strana, e destare sospetti.

     

    Fortunatamente, e naturalmente per coincidenza, sulla richiesta di archiviazione dell’inchiesta di Roma (fondi PCUS), presentata al 7-8 di luglio, NESSUNO HA SCRITTO UNA RIGA E NESSUNO HA SAPUTO NULLA. Si è saputo che era stata presentata da Ionta il 7/8 di luglio solo il 28 luglio, quando fu data la notizia dell’archiviazione disposta dal GIP. (fatto piuttosto incredibile, francamente). Sulla richiesta di archiviazione di Palermo, la stampa non ha fatto tempo a dare alcuna informazione prima che morisse il giudice, nonostante sia stata firmata da Scarpinato il giorno prima, perché è stata depositata con tutte le firme e resa nota il giorno dopo la morte del giudice.

     

    Così Borsellino non ha saputo, per fortuna. Pace all’anima sua.

     

    Se le ordinanze di archiviazione fossero state emesse entrambe subito dopo la morte di Borsellino, soprattutto quella su "mafia e appalti" molto attenzionata dalla stampa, si sarebbe potuta ritenere una strana coincidenza, ed un’iniziativa inopportuna dopo l’eliminazione del giudice, che avrebbe potuto accendere sospetti e polemiche  anche soltanto per la sensazione che appena uscito il gatto due topi si siano precipitati immediatamente sul formaggio. Se non si fosse infine disposta l’archiviazione di un’inchiesta particolarmente incandescente in un giorno in cui si pensa ad altro e la maggioranza dei cittadini, giornalisti compresi è fuori e si riposa, e quando rientra pensa a tutt’altro, farlo in un altro momento avrebbe magari suscitato maggiori polemiche “a caldo” e dubbi sull’iniziativa.

     

    Fortunatamente, e naturalmente per coincidenza, l’inchiesta sui fondi PCUS e KGB fu archiviata il 27 luglio, mentre l’ ordinanza di archiviazione dell’inchiesta  "mafia e appalti" è stata depositata e firmata il 14 di agosto, vigilia del ferragosto.

     

    Così l’evento ha perso d’importanza e nessun giornalista, per fortuna, ha pensato, neppure per voglia di protagonismo, a collegarlo   con la morte di Paolo Borsellino.

     

    Come emerge quindi da questa analisi di una serie di tempistiche particolarmente fortunate, il fato e la sorte propizi hanno fatto si che tutto quanto è avvenuto nei palazzi di Giustizia di Roma e Palermo, tra il 7 di luglio ed il 14 di agosto,su quelle due inchieste, non ha interagito con la vita e con la morte (19 luglio) di paolo Borsellino, neppure per sfioramento.

    Sorte propizia con chi detesta i veleni e le polemiche sulla Giustizia, ma crudele con il magistrato, perché Borsellino ci teneva tanto a quelle inchieste, e bastava che una sola di quelle condizioni che si sono verificate (ed erano tante), non si verificasse, che il destino di quelle inchieste e di quella riguardante la morte di Borsellino, sarebbe probabilmente cambiato.

     

    Alla prossima.

     

    Enrix

     

     
    • anonimo 09:22 on 13 November 2009 Permalink | Rispondi

      Enrix, lei e’ un mito.
      Luigi

    • anonimo 17:03 on 13 November 2009 Permalink | Rispondi

      Enrico,che Gomez sia peggio di Travaglio?
      Ciao grande!
      Maury

    • anonimo 16:23 on 14 November 2009 Permalink | Rispondi

      Buongiorno, 
      vorrei entrare subito nel merito di alcuni passaggi. Partiamo dall’articolo di Gomez: 
      È indiscutibile, poi, che anche Borsellino, subito dopo la morte dell’amico, si sia messo a battere pure il fronte dei lavori pubblici. Proprio per questo ebbe allora un incontro con Antonio Di Pietro, all’epoca uomo simbolo di Mani Pulite, e, secondo Mori, il 25 giugno discusse la questione appalti anche con lui e De Donno: un’inchiesta senz’altro rallentata, se non insabbiata, nei mesi successivi. 
      Ciò che ritiene Gomez indiscutibile io lo discuto e chiedo a tutti: 
      - quale è la fonte principale alla base della tesi che Borsellino fosse interessato a riprendere il filone mafia e appalti? 
      sono Mario Mori e Giuseppe De Donno riguardo il loro incontro con Borsellino, che non può né smentire né confermare perché è morto. Altra domanda quindi:

      -  che riscontro abbiamo per verificare la veridicità della testimonianza di Mario Mori e De Donno circa i colloqui con Borsellino il 25 giugno 1992? 
      Risposta: nessun riscontro. Noi dovremmo fidarci di quello che loro dicono.
      Questo per me è sufficiente per dire che non possa essere affermato con certezza che Borsellino ritenesse quella pista fondamentale per capire le ragioni della morte del suo amico. 
      Enrix, tu parli di: …accertata conoscenza da parte del magistrato dei contorni e dei dettagli della delicatissima inchiesta sulla mafia e sugli appalti…

      Borsellino conosce talmente bene i dettagli di quella inchiesta e la considera così importante che solo il 25 giugno, stando sempre a Mori e De Donno, si incontra con i due carabinieri per dare un nuovo impulso a quella indagine.

      Due parole sulle “presunte” trattative tra Ciancimino e i carabinieri. Non sono presunte ma dovrebbero essere considerate certe se si ritenessero attendibili le testimoninze di Mori e de Donno negli anni 90. Mori nega che quella con Ciancimino sia stata una trattativa ma è solo una questione semantica: quello di cui lui ha parlato è una trattativa che non si è conclusa con un accordo (sempre stando alle sue parole). Il problema è un altro: capire se quella trattativa coincida con quella del papello.
      A mio avviso, non si sono elementi per poterlo affermare.

      In generale, per quanto riguarda la pista mafia e appalti, io non credo a quello che Mori e De Donno dicono sul 25 giugno. Non credo, infine, che quella pista sia il movente principale per l’uccisione di Paolo Borsellino.

      Andrea G.

    • enrix007 19:24 on 14 November 2009 Permalink | Rispondi

      Andrea, naturalmente io rispetto le tue convinzioni.

      D’altro canto, come dici tu, alle affermazioni prive di riscontri solidi bisogna sempre guardare con la giusta diffidenza ed attenzione.

      Così ad esempio neppure io, almeno per il momento, credo a Massimo Ciancimino ed alle tempistiche da lui indicate in merito alla "trattativa", anche perchè a dirci di credergli è stato Riina in prima persona, non so se mi spiego.

      Comunque ho documenti in merito alle questioni da te sollevate che ho in programma di pubblicazione più avanti,e non vorrei per ora fare anticipazioni.

      Però, poichè era mia intenzione varare oggi una rubrica periodica (ma saltuaria, non giornaliera) dal titolo "appunti" (brevi note da tenere presente, passaggi, dichiarazioni, stralcetti di giornale, insomma, appunti), approfitto per pubblicare nell’appunto n°1 un virgolettato che, almeno parzialmente, potrebbe servire a chiarire una tua perplessità.

    • anonimo 22:11 on 14 November 2009 Permalink | Rispondi

      CONTRADA HA FATTO BINGO !

      Post n°1273 pubblicato il 13 Novembre 2009 da vocedimegaride
       
      Tag: Bruno Contrada, Gioacchino Basile, Giustizia, Ida Contrada, mafia, Pentiti

      di Marina Salvadore

      Con abbondante anticipo sulla data prevista del 20 novembre, registriamo in appena un mese la terza imbarazzante sentenza negativa alle legittime istanze dello spauracchio di Stato, Bruno Contrada. Da troppo tempo seguiamo le sue contraddittorie vicende giudiziarie, la stanchezza ci ha spossati, vinti ma mai convinti o piegati; ha – tutt’altro! – avvalorato le nostre tesi, confermati i nostri sospetti, certificate le nostre investigazioni mediamente intelligenti! Gli sconfitti, pertanto – in questa trucida odissea – sono LORO, i giustizieri cazzimmisti dalla copertina troppo corta, ormai, per coprire le lordure putrescenti dei loro ventennali fasti, in qualità di Traditori del Popolo Sovrano, della LEGGE, della Democrazia. Dello Stato! Abbiamo più volte fatto osservare ai mafiosi dell’antimafia che l’accanimento terapeutico sul capro espiatorio Contrada finiva col mettere in luce le loro più recondite e segrete masturbazioni mentali, pacchianamente acclaratesi proprio per via dell’atteggiamento negazionista e punitivo oltre ogni decenza su di un uomo già morto! Avevamo, più volte, sollecitato un confronto civile; in silenzio abbiamo stoicamente subito i loro attacchi informatici ed alla nostra sfera privata. Abbiamo sempre mostrato il volto e offerto il fianco, nella speranza che qualcuno tra loro recuperasse ragionevolezza e dignità.Siamo un esercito, noi sostenitori di Bruno Contrada, che ingrossa le sue fila quotidianamente, dinanzi a tanta bieca arroganza dei nuovi Robespierre… siamo un esercito sulla immaginaria “linea Maginot” tracciata dai nuovi illuministi, dal nemico, sui labili confini tra la Legge e la Giustizia, in questo “paese” che vantava d’essere la culla del Diritto! Come cita l’ennesimo laconico comunicato-stampa “La settima sezione della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali di Bruno Contrada avverso alla decisione con la quale il Gip di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, nel marzo scorso ha archiviato l’esposto su “presunte condotte diffamatorie e calunniose tenute ai suoi danni al fine di screditarlo” e che, secondo l’ex funzionario del Sisde, sarebbero state tenute anche da “alcuni collaboratori di giustizia e alcuni appartenenti alle forze dell’ordine”. A questo punto, riproponiamo il medesimo quesito: Chi ha paura di Bruno Contrada?… di un uomo che nel suo esposto chiedeva fossero cercate prove autentiche a suo carico, facendo lucidamente nomi e cognomi dei suoi calunniatori, precisando date e luoghi che l’avevano visto operativo laddove, invece – benchè privo, egli, del dono dell’ubiquità – altri l’avevano invece intravisto altrove, sulla sola base di immondi inciuci tra compagni di merende, depravati menzogneri carriera-dipendenti. Eppure, oggi, allo “STATO” DEI FATTI, Bruno Contrada è forse l’unico sopravvissuto che può raccontarci dell’eldorado giacobino, l’unico testimone attendibile di quell’epopea che gettò la sue radici italiote sin dal 1948; rigogliosamente fiorita, poi, al crollo della Prima Repubblica ed attestatasi rapace, bugiarda, assassina e perfida nell’annus horribilis 1992… e non si capisce come mai anche quei politici liberali e cattolici della nuova era, tuttora al Governo e nel pieno Potere, alcuni indagati ed in procinto di arresti per il medesimo “reato che non esiste” per cui è stato bollato a vita Contrada, non vadano a cercarsi la VERITA’ ove questa è depositata, non usino questa VERITA’ neppure per difendere se stessi, non liberino Contrada dal fango nel quale l’hanno calato insieme ad una Repubblica, all’Italia intera! Non siamo in grado di produrci in cervellotiche minzioni; ci poniamo elementari domande…   Perché i radicali che hanno difeso così strenuamente il povero Enzo Tortora, non hanno espresso tale foga nel sostenere le ragioni di Contrada? Perché Cossiga, dichiaratosi spontaneamente teste a favore del generale Contrada, nel suo ultimo libro “La Versione di k” che tratta degli inestricabili misteri italiani – da Abaco a Zuzzurellone – glissa su Contrada che non è neppure menzionato nell’indice corposo dei nomi? Perché le Procure e la Cassazione continuano ad ignorare che dal ’90 al ’94 a Castello Utveggio c’era Antonio Ruggeri, amico di Caselli e NON Bruno Contrada? Perché e come hanno fatto carriera gli ufficiali dei carabinieri Raffaele Del Sole e Umberto Sinico ed altri calunniatori in divisa, citati con alcuni “pentiti” nell’esposto legittimo di Contrada, divenuto un “tabù”, uno spauracchio ancora più terrificante del suo stesso autore? In questa Cloaca Massima ch’è la degenerazione del far POLITICA, in Italia, sprofondata nel letame delle vie fognarie dell’analogo Grande Fratello televisivo, all’accattonaggio di prouderie, volgarità, camere da letto e fumerie, sarebbe davvero auspicabile ed interessante che fosse proprio Bruno Contrada a sparare il suo dossier di memorie, con nomi, fatti, situazioni, memorie… piuttostochè affidarle alla pietà dei posteri che comunque sarebbero poi accusati anch’essi delle divulgazioni postume di un morto; esattamente come denunciammo noi sostenitori a proposito del suo processo dove le parole infilate nelle bocche aperte dei morti, furono profferite dai pendagli da forca! E’ stanco ed ormai rinunciatario, Contrada. Ha accettato cristianamente il suo Golgota e la sua Passione ma il suo esercito non può dichiarare la disfatta, perché è la disfatta di un Popolo, di una Civiltà che, vigliaccamente, abbandonerebbe i suoi figli e nipoti nelle grinfie della dittatura; occorrono ancora forza e coraggio o, forse, un impulso di vandea con l’uso delle medesime armi del nemico. Speriamo che Bruno Contrada raccolga questo disperato appello, ora che anche la sua coraggiosissima sorella Ida, non vedente, si è appena affacciata sul socialnetwork Facebook, dal quale scaglia le sue piccole ma regali offensive. Ha già raccolto attorno a se’, in due giorni, un centianaio di estimatori. Il suo messaggio di benvenuto ai nuovi amici così recita: “ Ci vuole coraggio ad essere amico di "un" Contrada! Ringrazio tutti i coraggiosi italiani VERI che non mi hanno negato la loro amicizia, temendo di finire in una lista di proscrizione! GRAZIE! OBBLIGATA!"…  la sua scheda di presentazione, è la seguente: “SONO LA SORELLA DELL’UNICO CONDANNATO A MORTE DELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA, BRUNO CONTRADA. SONO NON VEDENTE MA FINO A QUANDO AVRO’ VOCE LOTTERO’ COME UNA TIGRE PER LA DIGNITA’ E L’ONORE DI MIO FRATELLO!”… ed ha già anche partecipato ad un’iniziativa “politica” di protesta, sottoscrivendo e diffondendo la petizione pubblica per l’audizione del sindacalista Gioacchino Basile alla commissione Antimafia (n.d.r. Basile fu candidato quale teste a carico di Contrada)) con queste parole: “Vi invito a firmare coraggiosamente questa petizione. Nonostante Gioacchino Basile debba chiarirsi molte idee sul conto dell’operato "specialistico" di mio fratello Bruno (benchè nella sua lettera a Salvatore Borsellino l’abbia dichiarato INNOCENTE) aderisco al suo invito a fare chiarezza e PRETENDO che sia ascoltato dalla Commissione Antimafia! Poi, verrà il giorno in cui si ricrederà su mio fratello e potremo anche stringerci la mano! In fondo, dalle nostre diverse sponde combattiamo …

  • Avatar di enrix

    enrix 00:47 on 1 November 2009 Permalink | Rispondi
    Tags: , , , daniele luttazzi, , Fiammetta Borsellino, , Jean Pierre Moscardo, , , , , Roberto Morrione, ,   

    I MISTERI DELL'INTERVISTA A PAOLO BORSELLINO. 

    L’INTERVISTA A PAOLO BORSELLINO E IL MISTERO DEL NASTRO ORIGINALE. – (1)

    borsellino director defin2 

    E torniamo ancora una volta a parlare della famigerata intervista, quella che Paolo Borsellino il 21 maggio ’92 rilasciò ai giornalisti francesi  Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo.

    Chi ci conosce, sa bene che noi abbiamo già analizzato in ogni virgola e apostrofo, sul blog “Cronache dall’imbecillario”, le manipolazioni e i “taglia & cuci” che ha subito la versione originale di quest’intervista prima di essere mandata in onda in TV o essere pubblicata da Marco Travaglio sul suo libro “L’odore dei soldi”, il quale Travaglio ne  ha pure riletto alcuni stralci (proprio quelli più manipolati) al “Satyricon” di Luttazzi nel 2001.

    Chi pertanto volesse riaggiornarsi su quell’argomento e sulle sentenze giudiziarie che hanno stigmatizzato le effettive alterazioni e manipolazioni di quell’intervista, può farlo rivedendo quei due vecchi articoli cliccando sui titoli:

    Un uomo chiamato cazzillo

    e

    Il sinottico “Borsellino”

    dove si trova il sinottico completo con il confronto testuale fra le varie versioni dell’intervista, compresa quella con i pochi stralci VERAMENTE originali oggi disponibili, così come riportati nel dispositivo della sentenza di condanna del Tribunale di Palermo nei confronti di Marcello Dell’Utri.

    Le vicissitudini di quel nastro, sono più o meno note, e vediamo di riassumerle:

    Rainews24 trasmette una versione tagliata e rimontata di quell’intervista, giudicata successivamente da due diverse corti giudiziarie come  il frutto “di un’alterazione” e di “evidenti manipolazioni”.

    Contestata dai vari soggetti che considerano quel lavoro di montaggio lesivo e mendace, Dell’Utri in primis, la Rai, nella persona del direttore di rainews24 Roberto Morrione,, replica di averla trasmessa così come l’ha ricevuta, senza alterarla e modificarla. Fatto che viene provato dalle testimonianze dei famigliari di Borsellino, i quali avrebbero consegnato il nastro alla RAI, avendolo ricevuto nel 1994 dalla giornalista Chiara Beria d’Argentine, (ovvero direttamente dai francesi, secondo un’altra versione), la quale a sua volta lo aveva ricevuto dagli stessi intervistatori francesi.

    Per cui le sentenze stabiliscono che “nessuna manipolazione è attribuibile a Morrione Roberto, Ferri Arcangelo e Ranucci Sigfrido”, nel senso che il nastro manipolato è stato sì trasmesso da loro, ma senza alterazioni rispetto alla versione dagli stessi reperita.

    I dettagli dei vari passaggi di mano subìti da quel nastro, ce li fornisce Silvio Buzzanca di Repubblica, il 17 marzo 2001:

    “Ma da chi lo ha avuto (quel video – ndr)? Morrione parla prima della procura di Caltanissetta (cioè dice di averlo avuto da quella Procura – ndr), poi dice che da quella procura ha solo ricevuto l’ assenso a mandarla in onda. Da dove arriva allora a Saxa Rubra la cassetta? Il direttore non può dirlo, "copre" giustamente i suoi giornalisti che hanno fatto uno scoop. Ma è quasi certo che a farla avere alla Rai sia stata Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato. Dunque: sembrerebbe che la cassetta con l’ intervista voli in Francia e torni a Palermo tagliata.  Ma c’ è un altro passaggio. Perché Calvi torna in Francia, lavora sull’ intervista, la taglia, la usa in vista di un film sulla mafia finanziaria europea. Ma di questo film, spiega il giornalista francese, non si fece nulla, la società di produzione fallì. Allora Calvi chiama L’ Espresso e offre la trascrizione integrale dell’ intervista. (nota bene: la trascrizione originale, non il nastro originale – ndr)  E per dimostrare che è veritiera l’ accompagna con la cassetta (quella tagliata, ovviamente – ndr) . Da Milano parte la giornalista Chiara Beria di Argentine, vede la cassetta tagliata e la trascrizione integrale (ok – ndr) in italiano e francese, giudica il materiale interessante e lo riporta in Italia. Viene pubblicato la settimana successiva al 27 marzo 1994, data della vittoria elettorale di Berlusconi. Le foto dell’ articolo vengono dalla cassetta tagliata con i sottotitoli in francese. La giornalista, successivamente, chiama la famiglia Borsellino perché vuole donare la cassetta (quella cioè avuta da Calvi, quella tagliata – ndr) : i Borsellino accettano e la ricevono durante un viaggio a Milano. Il prezioso oggetto torna quindi a Palermo (a casa Borsellino – ndr) , una copia finisce alla procura di Caltanissetta, un’ altra approda a Roma, alla Rai. (e quindi tutto ok, alla RAI approda una copia di quella tagliata – ndr) Restano però delle zone oscure. Per esempio: perché non si trova l’ originale della cassetta? (appunto – ndr) Beria D’ Argentine spiega che la copia tagliata fu offerta a diversi tg, ma fu ritenuta priva di interesse o di difficile gestione visto che non era integrale. Giornalisti interessati alla vicenda, come Enrico Deaglio, hanno tentato nel corso degli anni di acquisire l’ originale, ma di fronte agli ostacoli hanno rinunciato. Spiegazione da una fonte che preferisce l’ anonimato: sembra che i diritti sulla cassetta appartengano a Canal +, che l’ acquisì al tempo in cui Fininvest aveva una partecipazione nella società. E da allora se ne sono perse le tracce.”

    Questa versione nei fatti negli anni successivi, ha sempre avuto sostanziale conferma sia da quanto emerso nei vari procedimenti giudiziari, sia da quanto scritto su altre fonti d’informazione, frale quali, naturalmente, Marco Travaglio, che nel suo articolo del 18 marzo 2008 “Un uomo chiamato cavallo” (L’Unità), attribuisce espressamente l’attività di “montaggio” del nastro dell’intervista, a “Canal Plus”. Per Marco, Rainews a quel montaggio non ha neppure spennellato la polvere. L’ha trasmesso così come l’ha ricevuto.

    Ecco dunque alcuni stralci dai giornali:

     Fiammetta Borsellino, figlia minore di Paolo, interrogata oggi dal pubblico ministero di Palermo Antonio Ingroia proprio nell’ambito di quell’indagine ha confermato al magistrato la sostanziale autenticità della video cassetta che riproduce l’intervista del padre al giornalista francese Fabrizio Calvi. La ragazza, che ha detto di avere ricevuto copia della videocassetta con l’intervista del padre dallo stesso Calvi, ha detto di non avere riscontrato difformità tra la versione in suo possesso e quella trasmessa dalla tv. “ (da: “La Procura sequestra l’intervista a Borsellino” – Repubblica – 19 marzo 2001)

    Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato assassinato dalla mafia nel 1992, si è presentata dal magistrato palermitano Antonio Ingroia e ha consegnato l’ originale della videocassetta, spiegando di averla consegnata l’ anno scorso ai giornalisti Rai, identica a quella andata in onda. (La procura sequestra il video con l’intervista a Borsellino – Repubblica — 20 marzo 2001   pagina 2)

    “La Procura di Roma ha fatto sequestrare la cassetta trasmessa da Rai News 24, che conteneva l’ intervista in cui Borsellino parlava delle indagini su Marcello Dell’ Utri e Silvio Berlusconi. Il punto è stabilire se sia sta manipolata (ieri Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato, ha confermato in Procura a Palermo la sostanziale autenticità).” (Corriere della Sera  - 20 marzo 2001 – Pagina 2)

    “La versione dell’ intervista da noi trasmessa integralmente, così come l’ abbiamo avuta, non risulta affatto «manipolata», come si è strumentalmente sostenuto. Era invece la riduzione, montata dai due autori per una trasmissione Tv che all’ epoca inspiegabilmente non avvenne, di un materiale più vasto e coincideva nello spirito e nella sostanza con il testo integrale pubblicato nel ‘ 94 da L’ Espresso. Non è vero che sia segreta la fonte della cassetta trasmessa, che venne data a Rai news 24 da Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato assassinato, come ha dichiarato lei stessa alla stampa e alla procura di Palermo.(lettera di  Roberto Morrione al Corriere della Sera, 5 giugno 2002 – Pagina 37)

    “Quanto alla fonte del video, Vespa avrebbe potuto forse documentarsi meglio, perché da più di un anno il libro di Marco Travaglio cita Fiammetta Borsellino come nostra fonte, mentre numerose agenzie di stampa (e Repubblica del 17 marzo 2001) riportarono la sua dichiarazione sull’ autenticità e la fedeltà dell’ intervista televisiva del padre.” (altra lettera di  Roberto Morrione al Corriere della Sera, 9 giugno 2002 – Pagina 35)

    Preciso che l’ intervista fu consegnata a Rai News 24 da Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato e trasmessa integralmente come ci era stata data.” (LETTERA di Roberto Morrione a Repubblica — 22 dicembre 2002   pagina 16)

     

    Quindi per riassumere, dalle testimonianze di fiammetta Borsellino, di Roberto Morrione, di Chiara Beria d’Argentine, e quindi da tutti i circuiti d’informazione in generale, oggi emerge un’unica versione dei fatti, seppur divaricata in due minuscole varianti:

    Il”montaggio” ed il “taglia & cuci” sarebbe avvenuto in Francia, ad opera degli autori. In Francia non viene mai utilizzato in alcuna forma, ma nel 94 gli autori consegnano a Chiara Beria d’Argentine, una cassetta con la versione “tagliata” ed una trascrizione “integrale”, dell’intervista. La giornalista a sua volta, dopo avere pubblicato quella trascrizione il 27 marzo ’94, invita i familiari di Borsellino a visionare la videocassetta in suo possesso, (cioè la versione “tagliata” e “montata” da Calvi) e ne fa omaggio agli stessi famigliari. (Era sicuramente presente Agnese Borsellino, la moglie del giudice, ne riparleremo dopo). Dopo sei anni, Fiammetta Borsellino consegna la copia di quella cassetta frutto di un lavoro di montaggio, avuta da Beria d’Argentine, a Rainews24, che la manda in onda così come l’ha ricevuta.

    In qualche caso si è letto che Fiammetta Borsellino avrebbe avuto quella cassetta “dallo stesso Calvi”. (Repubblica – 19 marzo 2001)

    Ne dubito fortemente. Sicuramente si intende significare che proveniva da Calvi, attraverso il passaggio intermedio di Chiara Beria d’Argentine. Ma potrebbe essere che in qualche occasione il Calvi abbia fatto un gentile omaggio di quella cassetta direttamente alla giovane Fiammetta poco più che ventenne.  Ciò significherebbe che in mano ai famigliari di Borsellino, ci sarebbero state due copie della stessa cassetta, quella con i tagli, avuta una da Chiara Beria che l’aveva avuta da Calvi, ed una direttamente da Calvi.

    Il succo non cambia: in Italia sarebbe pervenuta sempre solo e soltanto la stessa cassetta, quella con i tagli, pur in doppia coppia.

    Ed in effetti tutti si sono sempre domandati se sia mai esistito, in mano a qualcuno in Italia,  un video originale integrale.

    Ma ecco la sorpresa.

    Dell’Utri viene condannato, e nel dispositivo della sentenza del Tribunale di Palermo, a pag. 431, si legge che: “In dibattimento il Pubblico Ministero ha prodotto la cassetta contenente la registrazione originale di quella intervista che, nelle precedenti versioni, aveva subito, invece, evidenti manipolazioni ed era stata trasmessa a diversi anni di distanza dal momento in cui era stata resa, malgrado l’indubbio rilievo di un simile documento.”

    Dunque un originale c’è. E chissà da dove è uscito, ci domandiamo tutti.

    Saperlo.

    Così come sarebbe bello sapere, a questo punto, come il 3 novembre 2004, a pag 26 de “La Stampa”, Chiara Beria d’Argentine abbia potuto scrivere questo:

    “Ci sono incontri che non si possono dimenticare. Agnese BORSELLINO aveva perso da due anni il marito Paolo – massacrato con la sua scorta, il 19 luglio 1992, in via D’Amelio, a Palermo – quando venne a trovarmi a Milano. Alla donna minuta, moglie e figlia di magistrati (il padre, Angelo Piraino Leto, fu presidente di Corte d’Appello) dovevo mostrare alcuni passi della lunga intervista che il marito aveva fatto a dei giornalisti francesi una settimana prima dell’assassinio di Giovanni Falcone a Capaci; 60 giorni prima del suo stesso martirio. Su quell’intervista, negli anni a venire, in special modo in periodi pre-elettorali, si e’ sollevato un gran polverone. Frasi del giudice citate a caso; polemiche e, visto che era stata pubblicata ma non fu mai piu’ trasmessa in tv, persino dubbi sulla sua esistenza (al procuratore capo di Palermo, Pietro Grasso, consegnai, a quel punto, le cassette audio integrali con la voce di BORSELLINO). Ma tutto questo e’ ormai materia di verbali, di infiniti processi. Alla vigilia della programmazione in tv della fiction sulla vita di Paolo BORSELLINO (8, 9 novembre, Canale 5, regista Gianluca Tavarelli, produttore Pietro Valsecchi) quel che ricordo e’ l’interrogativo che tormentava Agnese BORSELLINO. Un interrogativo rimasto ancora oggi, se non ci si ferma agli esecutori delle stragi, senza risposta. «Voglio capire chi e perche’ ha ucciso mio marito», ripeteva la signora vedendo le immagini, fino a quel momento a lei inedite, del marito ripreso nello studio della loro casa di via D’Amelio. Ancor piu’ che le parole – una lucida analisi sul salto di qualita’ di Cosa Nostra nei primi anni Sessanta – era commovente anche per chi stava accanto a lei in risentire nel filmato i rumori ordinari di quella casa; rivedere i piccoli gesti quotidiani del giudice. Il suono di un orologio a pendolo, il fumo della sua sigaretta in bocca, il telefono che suona. E ancora di piu’. Sentire una nota di preoccupazione nella voce del giudice ma solo perche’ l’operatore aveva inquadrato alle sue spalle la bandiera tricolore appartenuta al padre con lo stemma sabaudo e, chissa’ mai quali polemiche gli avvoltoi si sarebbero inventate contro di lui. La signora BORSELLINO raccontava di quegli ultimi, tormentati 57 giorni di vita del marito; quel tempo troppo breve e fatale tra la morte dell’amico Falcone e il suo martirio. A un tratto, nel filmato, il giudice s’interrompe: lo avvisano che i suoi ospiti devono spostare la loro automobile che avevano, in tutta tranquillita’, parcheggiato dopo aver scaricato il materiale per le riprese, sotto casa, in via D’Amelio. Particolare da brivido: la prova dell’inefficienza, nel maggio ’92, della protezione attorno a un giudice da anni nel mirino della mafia, sicuramente dal maxiprocesso a Cosa Nostra.”

    Amici segugi, qualcuno di voi, osservando bene, magari su Youtube, la famosa intervista di Borsellino trasmessa da Rainews24 riportata paro paro, senza modificazioni di sorta, com’era su  “la cassetta tagliata” da Calvi che la stessa Beria d’Argentine ha rivisto con i famigliari di Borsellino, descrivendo dettagli così toccanti, e poi consegnata in copia anche alle Procure dalla stessa Fiammetta Borsellino, mi potrebbe indicare in quale punto di quel video si può sentire una nota di preoccupazione nella voce del giudice solo perche’ l’operatore aveva inquadrato alle sue spalle la bandiera tricolore appartenuta al padre con lo stemma sabaudo”, oppure in quale altro punto “il giudice s’interrompeperché “lo avvisano che i suoi ospiti devono spostare la loro automobile che avevano, in tutta tranquillita’, parcheggiato dopo aver scaricato il materiale per le riprese, sotto casa, in via D’Amelio.” ?

     
    • anonimo 12:57 on 1 November 2009 Permalink | Rispondi

      un altro ottimo pezzo, Enrix…

      tutte le volte che leggo i tuoi articoli mi chiedo perchè si preferisca con tanta ottusità far finta che tutto sia chiaro, che tutto porti alla Verità di cui si son convinti essere depositari certi magistrati, certi giornalisti, certi "professionisti dell’antimafia"…

      continua così!

      salutoni

      Marco!

    • enrix007 13:23 on 1 November 2009 Permalink | Rispondi

      Continuo, continuo, stai tranquillo.
      Il bello deve ancora venire.

      Però se la mafia russa poi mi viene a prendere, spero che qualcuno di voi vada a "chi l’ha visto" a spiegare le cose.
      Almeno quello.

    • anonimo 15:48 on 3 November 2009 Permalink | Rispondi

      Forte come al solito Enrico!
      Maury

    • anonimo 01:15 on 26 December 2009 Permalink | Rispondi

      penso che adesso, frazie a Il Fatto Quotidiano, i vostri dubbi siano stati chiariti….

    • enrix007 01:42 on 26 December 2009 Permalink | Rispondi

      Non preoccuparti, anonimo, i miei dubbi io li avevo chiariti anche prima.

      Sulla decisione del Fatto di allegare il DVD, e sui modi in cui l’ha fatto….ne riparleremo.

    • trotzkij 19:40 on 14 January 2010 Permalink | Rispondi

      La verità su quell’intervista deve venire a galla[..] Di (…) Ho inviato l’articolo relativo a questi video alla redazione di , la quale ha deciso, come prevedevo, di non pubblicarlo. Ed è chiaro perchè: loro rispondono alla cieca massima santoriana del "". Questi video trattano [..]

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