I MISTERI DELL'INTERVISTA A PAOLO BORSELLINO.

L’INTERVISTA A PAOLO BORSELLINO E IL MISTERO DEL NASTRO ORIGINALE. – (1)

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E torniamo ancora una volta a parlare della famigerata intervista, quella che Paolo Borsellino il 21 maggio ’92 rilasciò ai giornalisti francesi  Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo.

Chi ci conosce, sa bene che noi abbiamo già analizzato in ogni virgola e apostrofo, sul blog “Cronache dall’imbecillario”, le manipolazioni e i “taglia & cuci” che ha subito la versione originale di quest’intervista prima di essere mandata in onda in TV o essere pubblicata da Marco Travaglio sul suo libro “L’odore dei soldi”, il quale Travaglio ne  ha pure riletto alcuni stralci (proprio quelli più manipolati) al “Satyricon” di Luttazzi nel 2001.

Chi pertanto volesse riaggiornarsi su quell’argomento e sulle sentenze giudiziarie che hanno stigmatizzato le effettive alterazioni e manipolazioni di quell’intervista, può farlo rivedendo quei due vecchi articoli cliccando sui titoli:

Un uomo chiamato cazzillo

e

Il sinottico “Borsellino”

dove si trova il sinottico completo con il confronto testuale fra le varie versioni dell’intervista, compresa quella con i pochi stralci VERAMENTE originali oggi disponibili, così come riportati nel dispositivo della sentenza di condanna del Tribunale di Palermo nei confronti di Marcello Dell’Utri.

Le vicissitudini di quel nastro, sono più o meno note, e vediamo di riassumerle:

Rainews24 trasmette una versione tagliata e rimontata di quell’intervista, giudicata successivamente da due diverse corti giudiziarie come  il frutto “di un’alterazione” e di “evidenti manipolazioni”.

Contestata dai vari soggetti che considerano quel lavoro di montaggio lesivo e mendace, Dell’Utri in primis, la Rai, nella persona del direttore di rainews24 Roberto Morrione,, replica di averla trasmessa così come l’ha ricevuta, senza alterarla e modificarla. Fatto che viene provato dalle testimonianze dei famigliari di Borsellino, i quali avrebbero consegnato il nastro alla RAI, avendolo ricevuto nel 1994 dalla giornalista Chiara Beria d’Argentine, (ovvero direttamente dai francesi, secondo un’altra versione), la quale a sua volta lo aveva ricevuto dagli stessi intervistatori francesi.

Per cui le sentenze stabiliscono che “nessuna manipolazione è attribuibile a Morrione Roberto, Ferri Arcangelo e Ranucci Sigfrido”, nel senso che il nastro manipolato è stato sì trasmesso da loro, ma senza alterazioni rispetto alla versione dagli stessi reperita.

I dettagli dei vari passaggi di mano subìti da quel nastro, ce li fornisce Silvio Buzzanca di Repubblica, il 17 marzo 2001:

“Ma da chi lo ha avuto (quel video – ndr)? Morrione parla prima della procura di Caltanissetta (cioè dice di averlo avuto da quella Procura – ndr), poi dice che da quella procura ha solo ricevuto l’ assenso a mandarla in onda. Da dove arriva allora a Saxa Rubra la cassetta? Il direttore non può dirlo, "copre" giustamente i suoi giornalisti che hanno fatto uno scoop. Ma è quasi certo che a farla avere alla Rai sia stata Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato. Dunque: sembrerebbe che la cassetta con l’ intervista voli in Francia e torni a Palermo tagliata.  Ma c’ è un altro passaggio. Perché Calvi torna in Francia, lavora sull’ intervista, la taglia, la usa in vista di un film sulla mafia finanziaria europea. Ma di questo film, spiega il giornalista francese, non si fece nulla, la società di produzione fallì. Allora Calvi chiama L’ Espresso e offre la trascrizione integrale dell’ intervista. (nota bene: la trascrizione originale, non il nastro originale – ndr)  E per dimostrare che è veritiera l’ accompagna con la cassetta (quella tagliata, ovviamente – ndr) . Da Milano parte la giornalista Chiara Beria di Argentine, vede la cassetta tagliata e la trascrizione integrale (ok – ndr) in italiano e francese, giudica il materiale interessante e lo riporta in Italia. Viene pubblicato la settimana successiva al 27 marzo 1994, data della vittoria elettorale di Berlusconi. Le foto dell’ articolo vengono dalla cassetta tagliata con i sottotitoli in francese. La giornalista, successivamente, chiama la famiglia Borsellino perché vuole donare la cassetta (quella cioè avuta da Calvi, quella tagliata – ndr) : i Borsellino accettano e la ricevono durante un viaggio a Milano. Il prezioso oggetto torna quindi a Palermo (a casa Borsellino – ndr) , una copia finisce alla procura di Caltanissetta, un’ altra approda a Roma, alla Rai. (e quindi tutto ok, alla RAI approda una copia di quella tagliata – ndr) Restano però delle zone oscure. Per esempio: perché non si trova l’ originale della cassetta? (appunto – ndr) Beria D’ Argentine spiega che la copia tagliata fu offerta a diversi tg, ma fu ritenuta priva di interesse o di difficile gestione visto che non era integrale. Giornalisti interessati alla vicenda, come Enrico Deaglio, hanno tentato nel corso degli anni di acquisire l’ originale, ma di fronte agli ostacoli hanno rinunciato. Spiegazione da una fonte che preferisce l’ anonimato: sembra che i diritti sulla cassetta appartengano a Canal +, che l’ acquisì al tempo in cui Fininvest aveva una partecipazione nella società. E da allora se ne sono perse le tracce.”

Questa versione nei fatti negli anni successivi, ha sempre avuto sostanziale conferma sia da quanto emerso nei vari procedimenti giudiziari, sia da quanto scritto su altre fonti d’informazione, frale quali, naturalmente, Marco Travaglio, che nel suo articolo del 18 marzo 2008 “Un uomo chiamato cavallo” (L’Unità), attribuisce espressamente l’attività di “montaggio” del nastro dell’intervista, a “Canal Plus”. Per Marco, Rainews a quel montaggio non ha neppure spennellato la polvere. L’ha trasmesso così come l’ha ricevuto.

Ecco dunque alcuni stralci dai giornali:

 Fiammetta Borsellino, figlia minore di Paolo, interrogata oggi dal pubblico ministero di Palermo Antonio Ingroia proprio nell’ambito di quell’indagine ha confermato al magistrato la sostanziale autenticità della video cassetta che riproduce l’intervista del padre al giornalista francese Fabrizio Calvi. La ragazza, che ha detto di avere ricevuto copia della videocassetta con l’intervista del padre dallo stesso Calvi, ha detto di non avere riscontrato difformità tra la versione in suo possesso e quella trasmessa dalla tv. “ (da: “La Procura sequestra l’intervista a Borsellino” – Repubblica – 19 marzo 2001)

Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato assassinato dalla mafia nel 1992, si è presentata dal magistrato palermitano Antonio Ingroia e ha consegnato l’ originale della videocassetta, spiegando di averla consegnata l’ anno scorso ai giornalisti Rai, identica a quella andata in onda. (La procura sequestra il video con l’intervista a Borsellino – Repubblica — 20 marzo 2001   pagina 2)

“La Procura di Roma ha fatto sequestrare la cassetta trasmessa da Rai News 24, che conteneva l’ intervista in cui Borsellino parlava delle indagini su Marcello Dell’ Utri e Silvio Berlusconi. Il punto è stabilire se sia sta manipolata (ieri Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato, ha confermato in Procura a Palermo la sostanziale autenticità).” (Corriere della Sera  - 20 marzo 2001 – Pagina 2)

“La versione dell’ intervista da noi trasmessa integralmente, così come l’ abbiamo avuta, non risulta affatto «manipolata», come si è strumentalmente sostenuto. Era invece la riduzione, montata dai due autori per una trasmissione Tv che all’ epoca inspiegabilmente non avvenne, di un materiale più vasto e coincideva nello spirito e nella sostanza con il testo integrale pubblicato nel ‘ 94 da L’ Espresso. Non è vero che sia segreta la fonte della cassetta trasmessa, che venne data a Rai news 24 da Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato assassinato, come ha dichiarato lei stessa alla stampa e alla procura di Palermo.(lettera di  Roberto Morrione al Corriere della Sera, 5 giugno 2002 – Pagina 37)

“Quanto alla fonte del video, Vespa avrebbe potuto forse documentarsi meglio, perché da più di un anno il libro di Marco Travaglio cita Fiammetta Borsellino come nostra fonte, mentre numerose agenzie di stampa (e Repubblica del 17 marzo 2001) riportarono la sua dichiarazione sull’ autenticità e la fedeltà dell’ intervista televisiva del padre.” (altra lettera di  Roberto Morrione al Corriere della Sera, 9 giugno 2002 – Pagina 35)

Preciso che l’ intervista fu consegnata a Rai News 24 da Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato e trasmessa integralmente come ci era stata data.” (LETTERA di Roberto Morrione a Repubblica — 22 dicembre 2002   pagina 16)

 

Quindi per riassumere, dalle testimonianze di fiammetta Borsellino, di Roberto Morrione, di Chiara Beria d’Argentine, e quindi da tutti i circuiti d’informazione in generale, oggi emerge un’unica versione dei fatti, seppur divaricata in due minuscole varianti:

Il”montaggio” ed il “taglia & cuci” sarebbe avvenuto in Francia, ad opera degli autori. In Francia non viene mai utilizzato in alcuna forma, ma nel 94 gli autori consegnano a Chiara Beria d’Argentine, una cassetta con la versione “tagliata” ed una trascrizione “integrale”, dell’intervista. La giornalista a sua volta, dopo avere pubblicato quella trascrizione il 27 marzo ’94, invita i familiari di Borsellino a visionare la videocassetta in suo possesso, (cioè la versione “tagliata” e “montata” da Calvi) e ne fa omaggio agli stessi famigliari. (Era sicuramente presente Agnese Borsellino, la moglie del giudice, ne riparleremo dopo). Dopo sei anni, Fiammetta Borsellino consegna la copia di quella cassetta frutto di un lavoro di montaggio, avuta da Beria d’Argentine, a Rainews24, che la manda in onda così come l’ha ricevuta.

In qualche caso si è letto che Fiammetta Borsellino avrebbe avuto quella cassetta “dallo stesso Calvi”. (Repubblica – 19 marzo 2001)

Ne dubito fortemente. Sicuramente si intende significare che proveniva da Calvi, attraverso il passaggio intermedio di Chiara Beria d’Argentine. Ma potrebbe essere che in qualche occasione il Calvi abbia fatto un gentile omaggio di quella cassetta direttamente alla giovane Fiammetta poco più che ventenne.  Ciò significherebbe che in mano ai famigliari di Borsellino, ci sarebbero state due copie della stessa cassetta, quella con i tagli, avuta una da Chiara Beria che l’aveva avuta da Calvi, ed una direttamente da Calvi.

Il succo non cambia: in Italia sarebbe pervenuta sempre solo e soltanto la stessa cassetta, quella con i tagli, pur in doppia coppia.

Ed in effetti tutti si sono sempre domandati se sia mai esistito, in mano a qualcuno in Italia,  un video originale integrale.

Ma ecco la sorpresa.

Dell’Utri viene condannato, e nel dispositivo della sentenza del Tribunale di Palermo, a pag. 431, si legge che: “In dibattimento il Pubblico Ministero ha prodotto la cassetta contenente la registrazione originale di quella intervista che, nelle precedenti versioni, aveva subito, invece, evidenti manipolazioni ed era stata trasmessa a diversi anni di distanza dal momento in cui era stata resa, malgrado l’indubbio rilievo di un simile documento.”

Dunque un originale c’è. E chissà da dove è uscito, ci domandiamo tutti.

Saperlo.

Così come sarebbe bello sapere, a questo punto, come il 3 novembre 2004, a pag 26 de “La Stampa”, Chiara Beria d’Argentine abbia potuto scrivere questo:

“Ci sono incontri che non si possono dimenticare. Agnese BORSELLINO aveva perso da due anni il marito Paolo – massacrato con la sua scorta, il 19 luglio 1992, in via D’Amelio, a Palermo – quando venne a trovarmi a Milano. Alla donna minuta, moglie e figlia di magistrati (il padre, Angelo Piraino Leto, fu presidente di Corte d’Appello) dovevo mostrare alcuni passi della lunga intervista che il marito aveva fatto a dei giornalisti francesi una settimana prima dell’assassinio di Giovanni Falcone a Capaci; 60 giorni prima del suo stesso martirio. Su quell’intervista, negli anni a venire, in special modo in periodi pre-elettorali, si e’ sollevato un gran polverone. Frasi del giudice citate a caso; polemiche e, visto che era stata pubblicata ma non fu mai piu’ trasmessa in tv, persino dubbi sulla sua esistenza (al procuratore capo di Palermo, Pietro Grasso, consegnai, a quel punto, le cassette audio integrali con la voce di BORSELLINO). Ma tutto questo e’ ormai materia di verbali, di infiniti processi. Alla vigilia della programmazione in tv della fiction sulla vita di Paolo BORSELLINO (8, 9 novembre, Canale 5, regista Gianluca Tavarelli, produttore Pietro Valsecchi) quel che ricordo e’ l’interrogativo che tormentava Agnese BORSELLINO. Un interrogativo rimasto ancora oggi, se non ci si ferma agli esecutori delle stragi, senza risposta. «Voglio capire chi e perche’ ha ucciso mio marito», ripeteva la signora vedendo le immagini, fino a quel momento a lei inedite, del marito ripreso nello studio della loro casa di via D’Amelio. Ancor piu’ che le parole – una lucida analisi sul salto di qualita’ di Cosa Nostra nei primi anni Sessanta – era commovente anche per chi stava accanto a lei in risentire nel filmato i rumori ordinari di quella casa; rivedere i piccoli gesti quotidiani del giudice. Il suono di un orologio a pendolo, il fumo della sua sigaretta in bocca, il telefono che suona. E ancora di piu’. Sentire una nota di preoccupazione nella voce del giudice ma solo perche’ l’operatore aveva inquadrato alle sue spalle la bandiera tricolore appartenuta al padre con lo stemma sabaudo e, chissa’ mai quali polemiche gli avvoltoi si sarebbero inventate contro di lui. La signora BORSELLINO raccontava di quegli ultimi, tormentati 57 giorni di vita del marito; quel tempo troppo breve e fatale tra la morte dell’amico Falcone e il suo martirio. A un tratto, nel filmato, il giudice s’interrompe: lo avvisano che i suoi ospiti devono spostare la loro automobile che avevano, in tutta tranquillita’, parcheggiato dopo aver scaricato il materiale per le riprese, sotto casa, in via D’Amelio. Particolare da brivido: la prova dell’inefficienza, nel maggio ’92, della protezione attorno a un giudice da anni nel mirino della mafia, sicuramente dal maxiprocesso a Cosa Nostra.”

Amici segugi, qualcuno di voi, osservando bene, magari su Youtube, la famosa intervista di Borsellino trasmessa da Rainews24 riportata paro paro, senza modificazioni di sorta, com’era su  “la cassetta tagliata” da Calvi che la stessa Beria d’Argentine ha rivisto con i famigliari di Borsellino, descrivendo dettagli così toccanti, e poi consegnata in copia anche alle Procure dalla stessa Fiammetta Borsellino, mi potrebbe indicare in quale punto di quel video si può sentire una nota di preoccupazione nella voce del giudice solo perche’ l’operatore aveva inquadrato alle sue spalle la bandiera tricolore appartenuta al padre con lo stemma sabaudo”, oppure in quale altro punto “il giudice s’interrompeperché “lo avvisano che i suoi ospiti devono spostare la loro automobile che avevano, in tutta tranquillita’, parcheggiato dopo aver scaricato il materiale per le riprese, sotto casa, in via D’Amelio.” ?